Alì Samereh, illusione iraniana - Calcio News 24
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2013

Alì Samereh, illusione iraniana

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A Perugia ne hanno visti tanti, la famiglia Gaucci ha pescato giocatori da ogni parte del mondo. Una squadra multietnica arricchita nel 2001 dall’arrivo di Alì Samereh, scovato in Iran grazie ad uno scambio di videocassette. La storia del primo iraniano arrivato a giocare in Serie A è davvero singolare. Il figlio del patron, Alessandro Gaucci, viene a conoscenza delle potenzialità di questo prolifico attaccante dopo aver ricevuto una segnalazione da parte di un amico. Quest’ultimo, dopo aver visto in videocassetta alcune partite del campionato iraniano, decise di informare Gaucci jr sulla splendida vena realizzativa di Alì. Convinti dalle potenzialità di questo affare, il Perugia contatta subito l’Esteghlal per chiedere informazioni sul ragazzo e intavolare una trattativa.

A 23 anni per Alì arriva l’occasione della vita, dopo aver segnato tanto con il club di Tehran (19 reti in 18 partite) si presenta la possibilità di giocarsi un posto in Serie A. Intanto le due società raggiungono un accordo, Samereh passa al Perugia in prestito con diritto di riscatto. Gli umbri anticipano 500 milioni di lire per la prima stagione, con la possibilità di acquisire tutto il cartellino del bomber arabo versando nelle casse dell’Esteghlal altri tre miliardi e mezzo di lire.
Così, nell’agosto 2001, arriva questo sconosciuto nel ritiro austriaco della squadra umbra. Alì non parla italiano, né tantomeno inglese. Si pensa ad un interprete che possa aiutarlo ad inserirsi al meglio ma il linguaggio del calcio è universale. Durante le prime amichevoli, Samereh impressiona tutti; subito in gol contro l’Udinese, poi altre ottime prestazioni culminate con la strepitosa doppietta alla Sambenedettese.
Il Perugia sogna ad occhi aperti, altrettanto la dirigenza che ha le idee ben chiare: “Ha già dimostrato di essere forte e ci sono tutte le condizioni perché possa sfondare anche nel nostro campionato. Ha intelligenza, forza fisica, opportunismo e qualità tecniche”. Le parole di Alessandro Gaucci suonano come una benedizione per l’attaccante, Cosmi, invece, aspetta prima di sbilanciarsi. Intanto si avvicina l’esordio in campionato per gli umbri, a San Siro contro l’Inter.

Il tecnico perugino premia l’ottimo precampionato di Samereh e lo schiera titolare al fianco di Vryzas contro i nerazzurri. L’iraniano non parte benissimo, fatica a trovare spazi nella retroguardia interista. Nel frattempo, Vieri e Kallon travolgono il Perugia con una doppietta a testa (finirà 4-1) e Alì nel finale lascia spazio a Bucchi. Una prestazione opaca che non scoraggia il bomber di Rafsanjan. Salta le partite successive per alcuni impegni con la nazionale iraniana ma ritorna in tempo per debuttare al Curi contro l’Udinese. Bucchi gli soffia il posto da titolare, Samereh entra soltanto al 61’ del secondo tempo senza lasciare traccia. Nelle giornate successive guarda i compagni dalla panchina, Cosmi lo considera una riserva dietro la coppia titolare BazzaniVryzas. Passano i mesi e per Alì gli spazi si restringono sempre di più. L’arrivo, nella sessione invernale, del connazionale Rezaei non giova al morale dell’attaccante iraniano. Nella seconda parte del campionato mette insieme soltanto tre presenze, sempre partendo dalla panchina. Il suo score parla chiaro, a fine stagione chiude con zero reti all’attivo.

Un po’ poco per convincere il Perugia a riscattarlo, Samereh, nell’indifferenza generale, fa le valigie e torna in Iran. A riaccoglierlo l’Esteghlal, la squadra che gli ha permesso di farsi notare dai Gaucci. Nel 2005 lascia il club di Tehran per trasferirsi negli Emirati Arabi dove firma un triennale con l’Al-Shaab. Qui riprende a segnare con regolarità, per due anni chiude da vice-capocannoniere della UAE League con 17 reti. Nel 2009 ritorna in patria dove cambia varie maglie: Mes Kerman, Pas Hamedan, Mes Sarcheshmeh e, dal 2012, gioca con la squadra della sua città, il Mes Rafsanjan.
Esperimento fallito per il Perugia che a distanza di anni regala un’altra meteora al nostro campionato; di lui, invece, resta soltanto qualche fugace apparizione con la maglia del Grifone. Quasi come una visione nel deserto, o forse in videocassetta.