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Buon compleanno a… Giorgio Chiellini

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Oggi Giorgio Chiellini compie 39 anni e da un anno non è più nel calcio italiano bensì nella MLS coi Los Angeles FC

Oggi Giorgio Chiellini compie 39 anni. Da un anno non è più nel calcio italiano e pensando un po’ a ciò che ha fatto la Juventus senza di lui è difficile non essere d’accordo con quel che disse uno dei suoi massimi estimatori, Moreno Torricelli, probabilmente perché si rispecchiava in quella capacità di mettere tutto se stesso nel rettangolo verde: «Sicuramente l’addio di Chiellini è pesante anche perché chiude un’ epoca e chiude probabilmente la tradizione di quei marcatori molto molto duri». In altri termini, il difensore vecchia maniera riadattato alle esigenze e – soprattutto – alle competenze richieste dal calcio contemporaneo, dove bisogna saper mantenere l’istinto e la tecnica del controllo sull’uomo, facendolo convivere con i pensieri e la responsabilità inerenti alla linea difensiva. Altri termini ancora, da avversario privo di diplomazia, li ha espressi Antonio Cassano intervistato da Fedez. Si possono discutere le opinioni e il modo con cui le comunica, certamente il talento barese apre sempre scenari gustosi con le sue parole: «Il difensore più cattivo contro cui abbia giocato? Chiellini. Un ragazzo di un’educazione unica ma in campo ti suonava di santa ragione, in partita o in allenamento. Ti menava e poi ti chiedeva scusa. Ma ti disintegrava. Suarez lo aveva morso, ma prima lui gliene aveva date di santa ragione. Lui te ne dava in modo elegante. Gli dicevo: “Giorgio, mi hai rotto il ca*o, sei una me*a”. Poi fuori dal campo ci si dimenticava, mi abbracciava. Mi diceva: “Domani è un altro giorno’”. Per te, io ho due caviglie così».

Il controcanto è, ovviamente, ciò che pensa chi ha un’altra dimestichezza con la comunicazione e ha condiviso il dovere-piacere d’impedire agli attaccanti di fare quello che vogliono. Recentemente, Beppe Bergomi ha indicato in Chiellini l’erede di Gianluca Vialli in azzurro come figura autorevole, elemento carismatico che anche fuori dal campo, in giacca e cravatta, può fare la differenza.

Bergomi sicuro: «Erede di Vialli? Chiellini è la persona giusta»

Il ruolo è stato preso da Gianluigi Buffon, nello staff è entrato Andrea Barzagli, sarebbe veramente incredibile se la mitica BBBC – tenendo conto anche del “risicato” futuro agonistico di Leonardo Bonucci – si andasse a ricomporre in Nazionale. Anche perché Giorgio sembrerebbe avere un avvenire da scrivania: ha il profilo, gli studi universitari, la conoscenza delle lingue, tutto assolutamente a posto per fare quando vorrà il dirigente. Oltre alla volontà, ovviamente, non è pensabile che dopo una professione così totalizzante e soddisfacente com’è quella del calciatore non si seguisse il proprio desiderio: «Onestamente dopo il ritiro mi piacerebbe rimanere nel mondo del calcio più lato manageriale che lato allenatore, perché secondo me se cominci a fare l’allenatore devi proprio crederci tanto perché è una cosa che poi ti mangia. La vita dell’allenatore, ancor di più di quella del dirigente, ti porta via e devi avere una vocazione per farla. Io questa vocazione ad oggi non me la sento».
Il punto è che, però, il Chiello è ancora in campo. É andato negli Stati Uniti e, a differenza di altri, lo ha fatto con grande convinzione, con l’idea che quella esperienza, più che un’opportunità o un pre-pensionamento, fosse addirittura necessaria per la sua crescita personale.

Chiellini: «Il calcio americano non è allo stesso livello di quello italiano, ma è in grande crescita»

Lo ha confermato John Thorrington, presidente dei Los Angeles Fc, in un’intervista a La Gazzetta dello Sport: «Giorgio è un gladiatore e si adatterà perfettamente al nostro calcio. Abbiamo in difesa un mix di veterani e giovani interessanti, con l’aggiunta di Chiellini faremo il salto di qualità».

MLS, Chiellini e Bale festeggiano il titolo

E quasi ad incarnare il ritratto parodistico degli Autogol, che lo descrivono come un ossessionato dal calcio, anche oltreoceano ha continuato a vincere, aggiungendo anche un titolo in Major League Soccer a una raccolta di trofei che non ha troppi eguali. E non è detto che sia finita qui, l’uomo dalle 117 presenze in Nazionale potrebbe ancora stupire…