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Buon compleanno a… Nico Gonzalez

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Oggi Nico Gonzalez compie 25 anni. Ha già sfiorato quello che è il sogno di chiunque inizi a dare calci a un pallone

Oggi Nico Gonzalez compie 25 anni. Ha già sfiorato quello che è il sogno di chiunque inizi a dare calci a un pallone: laurearsi campione del mondo. Lui c’è andato vicinissimo perché faceva parte della rosa dell’Argentina che poi ha conquistato il titolo, ma un infortunio all’ultimo momento lo ha escluso da quella folle e straordinaria avventura. Tutta colpa di una lesione di secondo grado al bicipite femorale. Altrimenti, chissà, in finale avrebbe potuto anche essere titolare perché una cosa è certa: il talento e la personalità per esprimerlo non gli mancano di certo.

Prima di quello stop, non sono stati pochi coloro che lo hanno etichettato come si è fatto con tanti altri giocatori, sopratutto i sudamericani e in particolare gli argentini: non stanno rendendo in questo inizio di campionato – questo era il succo del ragionamento, perché hanno già la testa in Qatar. Avete presente Angel Di Maria? Ecco, Nico veniva un po’ trattato alla stessa maniera, da “malato immaginario” o da profondamente distratto. Come aveva lasciato intendere il direttore generale della Fiorentina Joe Barone, senza fare esplicitamente nomi e cognomi, ma non ce n’era bisogno, visto che a Dazn gli stavano chiedendo di lui: «Ci sono quelli che fisicamente sono qui e mentalmente stanno pensando al Mondiale». Poi è arrivata la notizia, Gonzalez ha dovuto dire addio a una possibilità tanto attesa e a lui non è che rimasto un post su Instagram, un pensiero affettuoso da dedicare a chi ci sarebbe andato: «É molto difficile accettare che sono rimasto fuori dal Mondiale per un infortunio. È un sogno che uno insegue fin da bambino e quando sei a un passo dal realizzarlo ti crolla tutto. Continuerà a essere il mio sogno e non smetterò di provare a trasformarlo in realtà. Il calcio ti dà molte opportunità e io non mi arrenderò mai. Auguro il meglio a questo gruppo che è una famiglia, so che lasceranno tutto dentro il campo per rendere felici tutti gli argentini. Questo gruppo merita il meglio e io sarò un loro grande tifoso. Grazie a tutti quelli che hanno speso un secondo del loro tempo per farmi forza in questo momento difficile. FORZA ARGENTINA!».

Tra coloro che più lo hanno capito non è un caso che ci sia Giancarlo Antognoni. E non per ragioni di appartenenza fiorentina o per implicita critica alla società che non lo ha trattato tanto bene. Semmai, perché lui ha conosciuto bene quell’amarezza. Perché è vero che lui può fregiarsi del titolo di campione del mondo con l’Italia del 1982. Ma ha vissuto la finale con la Germania in tribuna («la delusione più grande della mia carriera»), vittima di un infortunio al collo del piede patito in semifinale contro la Polonia. E allora lo dice esplicitamente, senza giri di parole: «Evidentemente aveva ragione lui, non stava bene, e si è manifestato proprio questo, purtroppo è stato un po’ etichettato male anche dalla società, nel senso che non puoi dire che si risparmia per andare ai Mondiali. Il patrimonio non va mai intaccato, un patrimonio anche grosso, di un giocatore che è stato pagato molto».

Un pensiero che, in altri termini, condivide il suo allenatore, Vincenzo Italiano. Anche quando l’argentino si fa multare perché va in discoteca dopo una partita, il giudizio nei suoi confronti non viene intaccato da questo genere di comportamento: «E’ un ragazzo che quando è al 100% sotto l’aspetto mentale e fisico ci può dare qualcosa di diverso e noi lo vogliamo in queste condizioni in vista degli impegni che contano. I giocatori veri devono fare la differenza».

Ieri, Nico Gonzalez ha firmato lo 0-2 a Cremona, trasformando il calcio di rigore che molto probabilmente lo porterà a giocare la finale di Coppa Italia contro uno dei suoi compagni di nazionale: Lautaro Martinez o Angel Di Maria.