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Pellegri, Keita, Kondogbia: Monaco bestia nera della Juventus sul mercato

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Ora Pellegri, prima Keita e prima ancora Kondogbia: per la Juventus Monaco è sinonimo di insidia. I francesi sono la bestia nera della Vecchia Signora sul calciomercato

La Juventus deve sempre guardarsi le spalle dal Monaco, adesso è diventata una regola sul calciomercato. L’affare Pietro Pellegri lo dimostra alla perfezione: i bianconeri sono lì lì per chiudere per un giocatore, poi arriva il Monaco e se lo porta a casa in un battibaleno. C’è chi la vede come un contrappasso per lo strapotere economico della Juve sulle altre in Serie A, ma ormai è un dato di fatto che i monegaschi si “divertono” ad anticipare la Juventus. Non c’è solo l’operazione Pellegri, guardando indietro si trovano anche Keita Balde Diao e Geoffrey Kondogbia.

Keita è stato il caso della scorsa estate. Doveva lasciare la Lazio e da mesi, se non da un anno intero, si parlava di Juventus per lui. Sembrava fatta ogni giorno per il suo trasferimento all’Allianz Stadium, anche se la Lazio aveva dato vita a un bel tira e molla. A fine agosto, però, la grande sorpresa: Keita lasciò sì la Lazio, ma si trasferì al Monaco, interessatosi pochi giorni prima. Va detto che a Monte Carlo agisce anche un certo Jorge Mendes (ottimi i suoi rapporti con Lotito) e che la disponibilità economica dei biancorossi è molto ampia, quindi in certi affari si parte svantaggiati.

Invece Kondogbia è l’antesignano dei colpi di mercato del Monaco soffiati alla Juve. Era l’estate del 2013 e il francese stava dicendo addio al Siviglia dopo un anno interessante. Aveva una clausola di rescissione da venti milioni di euro, la Juventus lo seguì per tantissimo tempo, ma alla fine il Monaco pagò quei soldi e lo portò al Louis II. Il club del principato è una vera e propria bestia nera per la Vecchia Signora. La Juventus non riesce neppure a farci affari: voleva Fabinho, Lemar e Moutinho, ma i francesi sono esigenti. Non resta che invertire il trend e, a voler fare una battuta, sperare che il Monaco non segua Emre Can.