2013
Certi amori (principeschi) non finiscono…
Facciamo un gioco: provate a pensare di dover rinunciare alla vostra fidanzata o al vostro fidanzato, per un motivo qualsiasi, per ben sette mesi e otto giorni. Tra reazioni isteriche, voglia di tornare da lei (o da lui) e il doversi arrendere alla distanza, le sensazioni sarebbero tutto, fuorchè positive.
Ora provate a mettervi nei panni di Diego Milito, che proprio nella sera di san Valentino, la notte degli innamorati per eccellenza, ha dovuto dare per un po’ l’addio ai suoi due amori più grandi della sua vita calcistica, ovvero il terreno di gioco e la sua amatissima Inter. La squadra che lo ha voluto con grande forza nell’estate del 2009, quando lo prelevò dal Genoa a suon di milioni e lo rese il fulcro del gioco per Josè Mourinho. La squadra con cui ha vinto tutto in quel folle 2010 ma che non lo aiutò a scalfire le certezze di Maradona, che lo relegò in panchina per tutta la durata del Mondiale, quando sembrava fin troppo evidente il fatto che l’Argentina avesse bisogno dei suoi guizzi per provare a portare a casa la coppa. La squadra con cui ha sofferto negli anni del post-Mou, ma che ha saputo rendere felice a suon di gol e di grandi prestazioni, con le sue proverbiali urla di gioia sotto la Curva Nord.
Eppure, dopo quel pauroso infortunio, con il ginocchio sinistro che resta piantato sul green del ‘Meazza’ e le facce spaventate sia per parte interista che tra le fila dei rumeni, sembrava che niente sarebbe potuto tornare alla normalità, che l’amore tra il Principe nerazzurro e la sua principessa che per stemma ha un biscione, dovesse finire proprio in quel giorno, quello dedicato agli innamorati.
Ma come recita l’adagio di Antonello Venditti, reso quasi nauseante per tutte le volte in cui Galliani lo ha tirato in ballo in merito al ritorno di Kakà al Milan, “certi amori non finiscono“, o comunque non possono finire in quel modo lì, con un ginocchio vittima di una doppia lesione e l’impossibilità di porre un rimedio a questa rottura improvvisa e dolorosa. Diego il Principe non avrebbe mai voluto lasciare il suo grande amore senza aver prima dato l’ennesima prova della sua fedeltà e della sua dedizione, in un rapporto bellissimo e mai messo in discussione, nemmeno dopo la conquista della Champions League, quando Mourinho voleva che Milito lasciasse l’Inter per farlo unire in matrimonio con un’altra sposa forse più attraente ma poco incline alla fedeltà, ovvero il Real Madrid.
Così, dopo un periodo di riflessione (o di riabilitazione, fate voi) riecco il Principe in campo con la sua divisa, la maglia dell’Inter, e con un unico desiderio nel cuore: tornare a fare gol. Ci riuscirà, per ben due volte, a celebrare il suo nuovo matrimonio con la sposa dai colori nerazzurri, con due testimoni d’eccezione: Ricky Alvarez e Fredy Guarin.
E proprio nei giorni in cui sta per concludersi un matrimonio, ben più duraturo e appassionato, ma sempre legato ai colori nerazzurri, ecco che arriva una splendida riconciliazione tra il Principe arrivato dall’Argentina e la sua principessa dalla divisa nerazzurra, e che grazie al ritorno in grande stile del suo amato cavaliere cova un nuovo sogno nel cuore: porre lo stemma tricolore accanto al biscione.