Diario Mondiale: dal tatuaggio di Pinilla alle lacrime di Julio Cesar, emozioni a non finire! - Calcio News 24
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2014

Diario Mondiale: dal tatuaggio di Pinilla alle lacrime di Julio Cesar, emozioni a non finire!

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Il Diario Mondiale di Riccardo Trevisani per CN24, pagina otto!

Ho cominciato dai primi giorni a percepire che era un Mondiale speciale. E l’ho anche scritto qui, nel diario. Si vedeva, si sentiva, si respirava. Ma così bello, così equilibrato ed emozionante, non credo lo potesse prevedere nemmeno. Il miglior regista del mondo. Gli ottavi di finale sono stati uno spot per il calcio. Era dal 1938 che non si andava in 5 partite ai supplementari, e anche quando non si è andati oltre il 90′, lo spettacolo non è mancato. Per ulteriori informazioni rivedere gli ultimi 8 minuti di Olanda-Messico a Fortaleza.

Le gioie e i dolori che regala solo un Mondiale, sono tangibili in tante cose. Il tatuaggio di Pinilla, cui va il premio top sfiga 2014. Il pianto apparentemente immotivato nell’intervista post partita di Julio Cesar. Le lacrime le abbiamo viste dappertutto negli sconfitti. Perché il mondiale capita spesso una sola volta nella vita. E sfiorare il sogno come capitato a Cile, Messico, Svizzera, USA, Algeria e Grecia porta dolore, seppur sportivo, lacerante. È il motivo per cui amiamo il calcio, perché i piccoli possono battere i grandi e soprattutto perché i grandi riescono a incidere. Neymar tira il quinto rigore con la palla che pesa 100 kili. Robben spacca la partita quando tutto sembra finito. Messi e Di María inventano un gol al 118′ di rara bellezza. Lukaku entra dalla panchina e porta il Belgio ai quarti.

Adesso sono rimaste in 8, e 7 di queste per me possono vincere. Tranne la Costarica, sono tutte attrezzate. Brasile 2014 ci ha regalato partite equilibrate, campioni decisivi, gol ed emozioni. L’idea che debbano passare altri 4 anni prima di rivivere tutto questo, è un colpo all’anima di tutti gli innamorati della palla, ancora con 7 gare da giocare. Ma forse la rarità di un evento così, in fondo, è anche la sua meraviglia. È per questo che è stato un mondiale speciale, nonostante la rabbia di un’Italia penosa.

Ci sentiamo presto, bom dia!