Erano nettamente i favoriti - Calcio News 24
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2013

Erano nettamente i favoriti

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Viaggio nelle sfide europee degli Anni 90 tra Juventus e Borussia Dortmund

Italia contro Germania, Sony contro Continental, Delle Alpi contro Westfalenstadion.

Tutto questo è stato Juventus – Borussia Dortmund negli anni novanta: due tra le principali realtà calcistiche dei giorni nostri, sfidatesi sempre e solo nell’arco di un tempo compreso tra il 1993 e il 1997 a battagliare per la conquista dei principali titoli internazionali. Personaggi indimenticabili, meteore decisive, gol-icona, battaglie in campo, palloni d’oro dati e mancati, ex risultati fatali: il calderone degli ingredienti di questa sfida tra massime potenze sta tutta qui, alla riscoperta di quando Juventus e Borussia Dortmund, ben vent’anni prima, erano il centro nevralgico del calcio europeo, per poi vivere entrambe, sia pur con forme diverse, un declino calcistico e la seguente ascesa, che dura fino a oggi grazie alle gesta di Jurgen Klopp ed Antonio Conte.

NEL SEGNO DEI BAGGIO – Voi di “C’eravamo tanto amati” siete come noi, nostalgici della Coppa delle Coppe, e allora figuriamoci se non vi mancano le finali andata e ritorno della Coppa Uefa. Edizione 1992-1993: la doppia sfida in finale mette di fronte i bianconeri contro i giallo-neri, allenati da Hitzfeld. Sulla panchina bianconera c’è l’inossidabile Giovanni Trapattoni e la Vecchia Signora, già vittoriosa due volte in precedenza nella competizione, sa bene come si vincono le finali. 1-3 a Dortmund, con doppietta di Roberto Baggio e gol del meno famoso Dino, e 3-0 a Torino, il 19 maggio del 1993, con una doppietta proprio di Dino Baggio e rete finale di Andreas Moller che da lì a poco passerà sull’altra sponda. 6-1 complessivo, vittoria con il maggior scarto in una finale della competizione: terzo successo in Coppa Uefa per la Juventus, la prima europea a raggiungere tale traguardo. Dopo circa 700 giorni, la formazione tedesca avrebbe l’opportunità di riscattarsi della debacle subita due anni prima: lo spunto gli viene fornito dalla semifinale di Coppa Uefa, edizione 1994-95, sempre contro la Juventus. L’inizio fa ben sperare: 2-2 al Meazza di San Siro (dove i bianconeri disputarono la partita in casa), ma a Dortmund l’armata di Marcello Lippi mostra già la famelica voglia di vincere che contrassegnerà un’epoca, espugnando il WestfalenStadion con i gol di Roberto Baggio e Porrini. La Juventus va in finale, poco importa alla nostra dissertazione che verrà sconfitta dal Parma nel doppio confronto tutto italiano. Chi deciderà la sfida? Ma ovvio, Dino Baggio, passato intanto alla formazione ducale, dopo i mondiali di Usa 1994.

UNA STELLA BRILLA A DORTMUNDDortmund, 13 settembre 1995, WestfalenStadion. Nello stesso giorno Maradona si tinse i capelli di giallo e di blu, in Italia si parlava già di un “ritardo almeno triennale nella penetrazione di Internet rispetto all’Europa”, mentre la Lombardia doveva far fronte alla storica alluvione che provocherà centinaia di miliardi di danni. Ma c’è una stella che brilla di luce propria, quella sera del 13 settembre di 18 anni fa: un ragazzino appena 21enne, di Conegliano Veneto, che fa il suo personale debutto in Champions League contro il Borussia Dortmund, nella prima gara del girone. E’ Alessandro Del Piero. Dopo la partenza di Baggio in estate, infatti, la società bianconera punta tutto sul talento prelevato dal Padova due stagioni or sono e già messosi in mostra in Coppa Uefa e in campionato, aiutando la Juventus a centrare quello scudetto che mancava ormai da un decennio. E Del Piero si prende il palcoscenico europeo: minuto 37, la partita è sull’1-1 dopo il vantaggio dell’ex Muller e il pareggio di Padovano; il 10 bianconero riceve un pallone sul vertice sinistro dell’area di rigore. Stop, finta, controfinta e tiro a girare che si insacca nel ‘sette’ alle spalle di Klos: è il primo gol in Champions League, è il primo gol alla “Del Piero”, effigie che viene riservata nel solo ai veri campioni nell’immaginario calcistico. Il gol di Del Piero si rivelerà decisivo per le sorti del match e sarà proprio Antonio Conte, oggi allenatore della Juventus, a siglare la rete del definitivo 1-3. Corsi e ricorsi.

LA FATAL BAVIERA – Il calcio toglie, il calcio dà. E’ una regola non scritta del gioco più bello del mondo, ma il fato è spesso giustizialista. Monaco di Baviera, 28 maggio 1997, Olimpia Stadium. E’ il giorno della finale di Champions League tra Borussia Dortmund e Juventus: i bianconeri sono detentori del torneo, dopo aver vinto l’edizione precedente, quella inaugurata dal gol ‘alla Del Piero’ e culminata nella vittoria finale alll’Olimpico contro l’Ajax. Si gioca in Germania, ragion per cui i giallo-neri disputano la partita ‘in casa’, mentre la Juventus è ancora a festeggiare la vittoria dello scudetto, arrivato con un pareggio nello stadio dell’Atalanta. Sembrerebbe quasi un Juve-Amburgo di tanti anni prima, e infatti lo è. Nonostante il favoritismo della vigilia, il Borussia Dortmund colpisce due volte tra il 19′ e il 34′, con l’ex Lazio, Karl-Heinz Riedle, che per due volte beffa l’immobile difesa bianconera. Colpo del ko? Quasi. Lippi schiera dal primo minuto del secondo tempo Del Piero, reduce da un infortunio e non nelle condizioni migliori per disputare una finale. ‘Pinturicchio‘ riaccende le speranze e la passione bianconera con un gol da antologia, da vedere e rivedere col tasto rewind: un gol di tacco, al volo, di sinistro, in una finale. Chapeau. Partita riaperta? Macchè. Ci pensa Lars Ricken, dopo appena 11 secondi dal suo ingresso in campo, con un pallonetto da lontano a chiudere i conti: 3-1 per il Borussia Dortmund. Tutti a casa. 

NON CE LA FACCIO, TROPPI RICORDI… – Quella finale, ultimo appuntamento ufficiale nella storia tra Juventus e Borussia Dortmund, è ben impressa nella mente degli appassionati sportivi e tra loro non manca il ricordo di Mathias Sammer, oggi direttore sportivo del Bayern Monaco, ma che proprio grazie alla finale vincerà il Pallone d’Oro di quella edizione, in barba al più quotato Del Piero. Interpellato quindici anni dopo, Sammer dirà che «erano nettamente favoriti, anche perchè avevano in squadra campioni del calibro di Zidane, Vieri e Del Piero. Se giocassimo quella partita altre cinque volte, forse ne vinceremmo solo una». Sami Khedira, invece, aveva solo dieci anni, ma ricorda nitidamente quella finale: «Eccome se la ricordo, fu un momento speciale: ricordo il gol di Ricken dopo 16 secondi, da tifoso fui contento nel vedere una squadra tedesca vincere una coppa contro una squadra zeppa di campioni, come Del Piero».

DECLINO E ASCESA – Dopo il duemila, entrambe le formazioni hanno affrontato delle vicissitudini turbolente, che ne hanno abbastanza indebolito il blasone prima della nuova risalita. La Juventus, dopo il caso Calciopoli, si vide revocare due titoli e fu costretta a retrocedere in Serie B con una penalizzazione di 9 punti in classifica. Il Borussia Dortmund, invece, ebbe alcuni problemi dal punto di vista finanziario nel 2005, rischiando il fallimento per una cattiva gestione societaria che portò ad un ingente indebitamento della società teutonica, mentre nel 2006-2007 ha rischiato la retrocessione in Zweite Bundesliga, salvandosi per il rotto della cuffia nelle ultime giornate di campionato.

I GIORNI NOSTRI – Ascesa, trionfo, caduta e… risalita! Oggi Borussia Dortmund e Juventus hanno riacquistato il fascino perduto negli anni 90, rinnovandosi in tutto e per tutto, a partire dall’assetto societario fino alle politiche giovanili, passando per sponsorizzazioni e nuovi stadi. Continental ha lasciato spazio a Evonik, Sony a ‘Jeep‘, il Westfalen Stadion oggi è denominato il ‘Signal Iduna Park’, mentre lo Juventus Stadium è la nuova casa bianconera. Sono tra le due migliori formazioni europee e tra le favorite per una vittoria in Champions League, guidate da alcuni tra i tecnici più interessanti del panorama mondiale nelle ultime stagioni: Jurgen Klopp ed Antonio Conte.

Insomma, Juventus e Borussia Dortmund sono ritornate al loro posto, in attesa di una rivincita attesa ormai da 16 anni, magari proprio in finale: «Ci siamo persi ma se tanto non hai fretta…».