2013
Il fuorigioco è cambiato: la regola più ostica di sempre intensifica i dubbi
Modifiche sulla sanatoria: toccate l’influenza in gioco e il trarre vantaggio
Spiegare il fuorigioco è sempre stato il momento topico di ogni esperto di calcio, così come nel corso dell’AIA per i giovani arbitri, chiamati di lì a poco a sostenere l’esame per ottenere la Tessera, è quella la lezione più ostica da affrontare. Il fuorigioco, però, quest’anno ha subito delle nuove modifiche, tutte acclarate e che sono andate ad aumentare anche la discrezionalità dell’arbitro e quindi performando tutte quelle norme non scritte che hanno come capostipide la summa di Pierluigi Collina: «Nel dubbio non si alza».
Andiamo però per ordine e cerchiamo di capire come si sviluppano le modifiche riguardanti il fuorigioco. Già nel mese di agosto, durante il noto ritiro di Sportilia, dove durante l’anno gli arbitri e i guardalinee si incontrano per i test atletici e per le riunioni tecniche, sono iniziate le pratiche sul campo e teoriche. I principali punti modificati riguardano la sanatoria della posizione di fuorigioco, quindi quando un giocatore oltre la linea viene riabilitato nella sua posizione.
1. Influenzare il gioco. Si parla di influenza solo quando c’è contatto fisico tra i due calciatori o quando i due sono a distanza di gioco, il che significa non oltre un metro e mezzo. Come riferimento a Sportilia è stato mostrato l’autogol degli USA contro l’Italia nella Confederation Cup del 2009 poi vinta 3 a 1 dagli Azzurri: in quel caso venne annullato perché Camoranesi era in posizione di fuorigioco, ma distante quattro metri dal difensore che deviò la palla. Oggi la posizione di Camoranesi sarebbe inifluente, quindi il gol sarebbe stato convalidato. Aumenta la discrezionalità, perché se è vero che viene dato un metro preciso sulla distanza c’è sempre il buonsenso arbitrale a farla da padrone.
2. Trarre vantaggio. Un tocco dell’avversario non rimette in gioco l’avversario se il tocco è casuale, ma anche se è una palla svirgolata o deviata in maniera inefficace, a patto che sia volontaria. Se quindi, per assurdo, in Sassuolo – Inter l’attaccante Palacio dovesse trovarsi in fuorigioco di tre metri rispetto all’ultimo difensore Rossini e questo, al momento del rinvio della palla al volo, svirgola il rilancio e fa carambolare la palla sul corpo dell’avversario in offside la posizione di Palacio è sanata. L’eccezione, però, esiste e si ritrova nelle respinte dei portieri, che non rimetteranno in gioco gli attaccanti in offside, e nei deliberate save, azioni tese a salvare un gol da parte del portiere e degli altri calciatori in campo, come può essere, ad esempio, il salvataggio sulla linea.