2014
Conte: «Codice etico? Meglio “comportamento”»
Parla Conte, di seguito tutte le sue parole da nuovo ct dell’Italia
ITALIA CONFERENZA STAMPA LIVE CONTE – Antonio Conte oggi si è presentato come ct della nazionale italiana. Queste le parole dell’allenatore dell’Italia: «Al mio posto ci vorrebbe essere chiunque, voler rappresentare l’Italia è una gran cosa e io sono emozionato. Sono orgoglioso del fatto che Tavecchio abbia pensato a me e sono molto contento, colgo l’occasione per salutare Cesare Prandelli che è stato ct 4 anni compiendo un ottimo lavoro. Faccio l’in bocca al lupo a lui e ringrazio Sacchi per il lavoro nel settore giovanile. Sacchi potrà venire quando vuole finché sarò io ct».
35 GIORNI – «Non pensavo di rientrare in pista dopo 35 giorni, nel mio pensiero c’era quello di aggiornarmi tatticamente e tecnicamente in giro per l’Europa e anche magari imparare le lingue. Aspettavo un top club ma l’Italia è un top top club. Le sfide mi hanno sempre interessato, se la prima telefonata di Tavecchio era interlocutoria, la seconda aveva già fatto breccia nel mio cuore. Sono contento, chiunque vorrebbe essere qui al posto mio».
GIOCATORI – «I giocatori sono gli stessi che arrivano da un’esperienza non positiva, sono convinto che abbiamo dei buoni giocatori e se riusciamo a farli diventare una squadra sotto tutti i punti di vista allora riusciremo a colmare il gap tecnico con le altre nazionali. Mi piacciono le sfide che sembrano ardue, come alla Juventus in Serie A. Oggi arrivo in un momento non semplice per la nazionale ma sono convinto che possiamo risollevarci perché l’Italia deve stare nei primi posti mondiali».
ROSSI – «Giuseppe Rossi è un patrimonio calcistico e è un giocatore che fa del bene sia alla Fiorentina che alla nazionale. Spero di averlo a disposizione, per quanto riguarda i singoli comunque spero di non entrare nel merito adesso. Chiunque può essere convocato, però bisogna meritarsi la chiamata. Io guardo sia il punto di vista tecnico-tattico ma anche quel che accade fuori dal campo. Io scelgo il grande uomo piuttosto che il grande calciatore».
VITTORIA DOLCE CONDANNA – «La vittoria è una dolce condanna, io vivo per ricercare la vittoria. Rappresento un intero paese e sono orgoglioso di essere l’allenatore di questa squadra e di tutto il popolo italiano. Oggi nella testa e nel cuore ho l’azzurro, che però racchiude moltissimi colori di altre squadre con altri giocatori. Una scelta da affrontare è quella del team manager, deve essere una figura importante e carismatica e sarà il presidente a prendere quella decisione. Io ho accettato i parametri della federazione, ho dato i miei diritti di immagine alla federazione».
DIRITTI – «Questo tipo di contratto è già esistente con i calciatori e con qualche allenatore, io personalmente tendo a sottolineare le parole di Tavecchio quando ha detto “abbiamo preso un allenatore vincente a condizioni importanti e agevoli per noi”. Il contratto mio rientra nei parametri della federazione. Io ho ceduto tutti i diritti d’immagine per venire qui, mai fatto prima. Nelle mie precedenti esperienze gli emolumenti erano inferiori: c’è grande disponibilità da parte mia e della federazione».
TALENTO – «L’Intenzione mia è quella di essere un ct che si rapporta con tutti i club e tutti gli allenatori e giocatori. Spero di avere un rapporto costante e intenso, se vogliamo crescere sotto tutti i punti di vista allora il ct deve andare incontro al mister del club e confrontarsi con lui anche per le metodologie di lavoro. Così si può far crescere un bel rapporto per fare qualcosa di importante. Serve meno intransigenza anche degli allenatori stessi nelle mie necessità impellenti nelle convocazioni. Voglio una squadra con la S maiuscola, il talento deve mettersi a disposizione della squadra».
FATTI – «Nel momento in cui si consumano i rapporti è giusto avere la forza di dire basta per il bene di tutti. Bisogna anche avere gli attributi per fare questo e riuscire a dire queste cose. Io penso di aver fatto passi avanti nei confronti della federazione per accettare questo incarico, la cosa più importante non è fare polemica sul contratto. Io voglio iniziare a lavorare e percorrere quel tipo di strada che è difficile e tortuosa, a queste cose rispondo coi fatti».
SELEZIONATORE – «Il selezionatore spesso e volentieri avendo poco tempo a disposizione si è affidato a blocchi di squadre perchéP ha poco tempo per affinare un sistema di gioco, vedi in Spagna Barca e Real o in Germania il Bayern. Io dovrò cercare un blocco, storicamente c’è quello della Juventus, e poi ci lavorerò con le mie idee. Devo sfruttare il tempo che ho a disposizione. Ho dieci giorni al mese per lavorare coi ragazzi, devo riuscire a trasmettere le mie idee in questo tempo».
INGERENZE – «La squalifica per calcioscommesse fu ingiusta e la pagai con dolore mio e della mia famiglia. E’ stato un percorso che mi ha aiutato a crescere dal punto di vista umano ed essere qui alla presentazione è la cosa migliore di tutti. Scudetti della Juventus’ Quelli che ricordo più volentieri sono quelli che ho vinto io, cinque da giocatore e tre da tecnico. Ingerenze dello sponsor nelle convocazioni? Sinceramente mi dispiace che vengano fatte queste domande, sono agghiacchianti [ride, ndr]. Niente e nessuno mai potrà decidere al posto mio».
MERITI – «Mi auguro che i giocatori che crescono col club diventino grandi giocatori. Io ho mostrato grande apertura nei confronti della nazionale e dei club. Stage? Cercheremo compatibilmente con gli impegni europei di farli, anche cercando di fare stage di una settimana senza giocatori impegnati in coppa, per esempio. Se potrò lavorare molto coi giocatori, potremo riuscire a rialzarci. Una nazionale come l’Italia deve tornare dove merita».
ANSIA – «Prandelli ha fatto bene, specialmente nel biennio conclusosi col secondo posto all’Europeo. Quella nazionale aveva voglia di dimostrare e conquistare, deve essere un esempio. Quando ero giocatore c’era un’ansia positiva e c’era fibrillazione quando c’erano le convocazioni la domenica pomeriggio. Vorrei riportare quell’ansia positiva. Non c’è niente di scontato, i giocatori devono mostrarmi di voler venire convocato. Non convoco nessuno a prescindere, la nazionale va meritata dimostrando attaccamento alla nazionale e al club».
CODICE ETICO – «Codice etico? Più di questo mi piacerebbe definire la parola comportamento, con la parola “codice” non si è pratici. Le mie scelte saranno giudicate da me personalmente e non c’è uno standard sulle squalifiche, in base a quello che vedo prenderò delle decisioni. Non ci saranno standard di punizioni, se ci dovranno essere le valuterò io per conto mio».
GIOVANI – «Stiamo studiando la Norvegia su quello che ha fatto nei mesi passati, da quando però c’è stata la stretta di mano con Tavecchio noi stiamo sul pezzo e pensiamo all’amichevole con l’Olanda e poi con la Norvegia per le qualificazioni. Oggi è importante dare certezze alla squadra, c’è poco tempo per inventarsi le cose e ho in mente di ripercorrere quel che ho fatto nel mio passato con la Juventus, la base sarà quella di ripartire da certezze che hanno i giocatori. Giovani o vecchi non fa differenza, l’importante è che siano bravi».
PIRLO – «Pirlo è un campione e per me è stato un punto di riferimento. Anche lui è tra i convocabili, è italiano e quindi ovviamente potrò chiamarlo. E’ inevitabile che viste le sue parole post Mondiale debba parlare con lui, dobbiamo confrontarci. Voglio la grinta che ha contraddistinto tutte le mie squadre, dall’Arezzo alla Juventus, voglio che le mie squadre abbiano questo tipo di predisposizione. Quando parlo di mentalità vincente faccio riferimento proprio a queste cose. Da parte mia c’è voglia e dal gruppo arriva predisposizione giusta. E’ una sfida intrigante in un momento non semplice, ma mi piace».