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Editoriale

Italia a due volti, ma con la Nord Irlanda basta e avanza

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Il 2021 dell’Italia è iniziato con il piede giusto, ma la vittoria per 2-0 contro la Nord Irlanda ha mostrato anche qualche ombra, in particolare nella ripresa

Non è stata la travolgente e divertente Italia cui ci eravamo abituati nel 2020. O quantomeno lo è stata solamente a metà. L’esordio nelle qualificazioni mondiali verso Qatar 2022 ha comunque portato in dote i primi tre punti di un cammino che sarà tutt’altro che banale, ragion per cui è vietato scivolare sulle classiche bucce di banane.

Perché l’incognita del ritorno in campo a distanza di oltre quattro mesi dall’ultima esibizione spaventava sostanzialmente più della Nord Irlanda, formazione arcigna e fisica come da tradizione ma dai contenuti tecnici poco più che modesti. E nella prima frazione il livello superiore della nostra Nazionale si era fatto notare al di là delle reti di Berardi e Immobile, in particolare nel palleggio, nella verticalità e nella coralità dei movimenti.

Poi, improvvisamente, si è come spenta la luce della concentrazione per lasciare spazio alle ombre della superficialità. Fase di possesso più lenta e senza la varietà di soluzioni spesso ammirata, errori in disimpegno che per poco (e per i riflessi di Donnarumma) non hanno consentito ai britannici di riaprire una gara che per 45 minuti di fatto non è mai stata in discussione.

Un calo di rendimento decisamente insolito per gli Azzurri, per nulla gradito da Mancini e sottolineato dallo stesso Commissario Tecnico a fine gara. Nulla di preoccupante, sia chiaro, per un gruppo che incassa il ventitreesimo risultato utile consecutivo e che per la quarta partita di fila festeggia il triplice fischio senza subire gol.

Ora sarà però necessario alzare l’asticella. La netta vittoria della Svizzera in Bulgaria costringe Chiellini e compagni a non fallire il match di domenica in quel di Sofia, anche perché l’unica qualificazione diretta in palio ha già tutta l’aria di potersi risolvere nel testa a testa con gli elvetici. Rivedere un’Italia dai due volti sarebbe davvero un rischio troppo pericoloso da correre.