Juventus - Inter, Julio Cesar: "La vedrò. Della Juve mi dissero..." - Calcio News 24
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2012

Juventus – Inter, Julio Cesar: “La vedrò. Della Juve mi dissero…”

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JUVENTUS INTER JULIO CESAR – Julio Cesar ha concesso un’interessante intervista per i colleghi della Gazzetta dello Sport, nell’immediata vigilia della supersfida tra Juventus Inter. Una gara quasi stregata per il portierone brasiliano, il quale non ha negato di essere pronto a tifare per la sua ex squadra, nonostante la separazione polemiche della scorsa estate: “La vedo, ma se la trasmettono qui. Niente Sky Italia a casa, altrimenti bye bye inglese: chi lo studia più? Tifo Inter, sempre. Anche se è successo quello che è successo. Cosa è successo? Beh, una telefonata a me direttamente per dire che non facevo più parte del progetto mi avrebbe fatto sentire meno un estraneo. E poi due mesi ad allenarmi da solo alla Pinetina sono stati una delle partite più difficili della carriera: ero tristissimo, almeno finché non ho parlato con Moratti. Ci tenevo a chiarire certe cose, che a lui erano arrivate distorte. Ora è rimasta una porta aperta: non significa che tornerò all’Inter, ma significa che sette anni insieme e 14 trofei vinti non si sono volatilizzati. Più che su di me, l’Inter ha puntato sul fair play finanziario: a chi me lo chiede, è la prima cosa che dico. Cosa mi dissero della Juve? Che aveva sempre gli arbitri a favore. Un giorno, ero da poco al Chievo, vidi dalla tribuna un gol annullato a Pellissier anche se il pallone, dopo aver colpito la traversa, era entrato. Mi dissi: “Cavolo, ma allora è vero”. Poi venne Calciopoli e mi dissi: “Cavolo, ma allora era vero, vero, vero”. Cosa mi sono detto dopo Catania? Che è impossibile non farsi delle domande. O sono così fortunati che quasi sempre gli arbitri vedono le cose a loro vantaggio, o c’è qualcosa che non capiamo perché non sappiamo. Di sicuro errori come quello di Catania fanno impressione per quanto sono lampanti. Mi aspettavo questa Inter? Sì, perché ha fatto un buon mercato e perché ho fatto in tempo a conoscere la filosofia di Stramaccioni, con il quale avrei voluto lavorare di più. Bel modo di vedere il calcio: abbastanza umile per accettare di ascoltare le opinioni di tutti, ma non ha mai paura. Cosa ho pensato quando ho visto la difesa a 3? Ho pensato a Gasperini: chissà come ha rosicato… L’esaltazione di Juan Jesus? Questo mi fa felice: non è facile arrivare in un calcio nuovo e fare subito bene. A me ci volle un anno, più o meno. I paragoni tra me e Handanovic? Io e lui non c’entriamo molto: due modi di parare diversi. Mi sento più simile a Casillas, lui mi ricorda più Buffon. Meglio battere la Juve o il Milan? Non sapevo scegliere: stessa libidine. Però con il Milan ho vinto un sacco di volte, con la Juve appena due su 11. Anche per quello la “odio”: non la battevo quasi mai.