Kaladze: "Riporterò la democrazia in Georgia. Grazie Genova!" - Calcio News 24
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2012

Kaladze: “Riporterò la democrazia in Georgia. Grazie Genova!”

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In un’intervista ai microfoni de “Il Secolo XIX”, Kakhaber Kaladze, ormai ex difensore del Genoa, il quale ha annunciato il ritiro dal calcio giocato, ha parlato della sua decisione di smettere con questo sport per dedicarsi a tempo pieno alla politica del suo paese, la Georgia. L’obiettivo dell’ex Milan e Dynamo Kiev è di riportare la democrazia nella sua patria e dal 13 ottobre appoggerà il leader del movimento Georgian Dream, il miliardario Bidzina Ivanishvili, nella sfida contro il presidente Mikhail Saakashvili. A 34 anni parte la seconda vita di “Kakha”, il quale, ai microfoni del quotidiano ligure, racconta il perché della scelta: “Ci pensavo da tanto tempo, sarei potuto rimanere nel calcio giocando in Italia o all’estero, anche come allenatore. Sono figlio adottivo dell’Italia e ricambio l’affetto col quale sono stato accolto, ma il mio cuore batte in Georgia. Dieci anni fa andò al potere Saakashvili e tutti pensavamo che era arrivata una nuova era di riforme. Speravamo in una Georgia di sviluppo economico e di progresso sociale. Poi ho visto come sono state tradite le aspettative del mio popolo. Sotto una parvenza di democrazia occidentale si è instaurato un regime. Quando finiva il campionato, tornavo sempre nel mio paese. Sto bene in Italia, è bellissima, siete un popolo meraviglioso. Ma la Georgia è il mio cuore, tornando vedevo come cambiava in peggio. Fare le strade, la luce, il gas, non è democrazia. Democrazia è essere liberi. A Saakashvili dicevo che cosa non andava, con franchezza, e questo non gli piaceva. Come mi ha convinto Ivanishvili? Lo scorso ottobre ha dichiarato che entrava in politica. È un personaggio importante, negli ultimi anni ha donato al popolo 700 milioni di euro. Ha costruito chiese, scuole. È una persona per bene che ama la sua gente. Ha visto il Paese in discesa. Poteva vivere da ricco in tutto il mondo, ma pure lui aveva il suo popolo nel cuore. Gli ho subito scritto una lettera dicendo che ero pronto a aiutarlo, a fare insieme qualcosa di buono per la Georgia. Se vinceremo cambieranno i rapporti con la Russia? La gran parte dei georgiani non vuole conflitti con la Russia, capisce bene che la Russia è ai nostri confini, è importantissima, forte politicamente e economicamente, ha le materie prime. La politica di Saakashvili è stata quella di provocare Mosca. Diceva che i nostri vini si possono vendere in Europa e non in Russia, ma da allora il mercato russo è chiuso per noi e le fabbriche falliscono. Dimenticava che per fare concorrenza ai vini francesi e italiani ci vogliono il marketing e i miliardi. La guerra del 2008? Abbiamo perso altri territori e le vite di molti giovani soldati. Le truppe russe arrivarono a 30 chilometri da Tbilisi, volevano entrare. Sono stati Berlusconi e Sarkozy a evitarlo. Parlai con Berlusconi, gli chiesi da parte mia e del mio popolo di fare qualcosa, parlare con Putin, fermare i carri armati. Alla fine la situazione si è calmata. Ma ci sono ancora 2-300 mila profughi vicino a Tbilisi dentro le baracche, disperati. Cosa accadrà se perderemo? È impossibile. Possono solo truccare le elezioni. Noi non vogliamo fare la rivoluzione, provocare casini. Noi vogliamo il cambiamento ed elezioni vere, elezioni libere e tranquille come in tutti i paesi democratici. Se poi loro truccheranno il voto, difenderemo fino in fondo ogni singola persona che avrà votato e alla fine vedremo che cosa succederà. Paura? No, se avessi paura non avrei preso questa decisione. Quello che faccio, lo faccio per il mio popolo. Il mio sogno è che i miei figli vivano in un paese libero e democratico insieme agli altri figli georgiani. Mia moglie, i miei genitori sono con me. Il loro sostegno è importante”.

Si parla anche di calcio, e Kaladze racconta il suo ricordo più bello a Genova: “La giornata del derby. Una partita speciale, bellissima. Voglio ringraziare la mia squadra e i genovesi. È stato bellissimo indossare la maglia della squadra più antica d’Italia. Saluto tutti. Un abbraccio forte a tutti. Grazie Genova!”.