2014
La strana storia di Pak Kwang-Ryong, un nord-coreano in Europa
Da bomber del Vaduz al ritorno al Basilea, pronto per conquistare la Svizzera
Non capita tutti i giorni un nord-coreano in Europa. Capita raramente che si ritrovino anche a giocare a calcio, perché diversamente dalla Corea del Sud, che a noi italiani è ben nota, quella del Nord ha ben altri interessi. Nonostante ciò, però, qualcuno ricorderà sicuramente che in Sud Africa, nel 2010, c’erano anche loro: tre sconfitte, 12 reti subite, una sola segnata, ma c’erano, qualificati ai Gironi, cosa che non accadeva dal 1966, quando arrivarono addirittura oltre la prima fase.
Dicevamo, però, che non capita tutti i giorni un nord-coreano in Europa. Ci ha pensato Pak Kwang-Ryong a rompere la mancata tradizione, perché lui dal 2010 è in Svizzera. Venne acquistato dal Will, società che attualmente milita nela Challenge League – la Serie B degli elvetici – e immediatamente notato dal Basilea, che nell’Oltrealpe per ogni colpo a segno ne manda uno a salve (qualcuno ha detto Raul Bobadilla?). Tra una panchina e l’altra, Pak il primo anno – nel 2011 – conquista 13 presenze e una rete col Basilea, alternandosi con la formazione Under 21. Poi il prestito al Bellinzona nel 2013, per metà stagione, poi la seconda metà al Vaduz.
Proprio in Liechtenstein Pak si esalta, perché con la squadra della capitale quest’anno ha conquistato la promozione in Super League (mancava da 5 anni) e siglato 11 reti, lui che non è una prima punta, ma più un rifinitore. Settimo miglior marcatore della Challenge League, ben distante dal capocannoniere Rossini, ma assolutamente nella media di chi lo precede, che oltre i 16 non è andato, come il portoghese Paiva del Wolhen.
Nel pomeriggio, inoltre, qualche minuto anche nel preliminare di Europa League, vinto 3 a 0 contro il College Europa, da esterno sinistro sulal trequarti campo, al posto di Lang. Pak, quindi, attende solo di tornare al Basilea, che si appresta a valutarne condizione e propensione alla formazione titolare. Non avrà il pesante compito di sostituire Valentin Stocker – tra l’altro, che brutto Mondiale, da comprimario – ma dovrà comunque convincere il nuovo tecnico e la piazza. Intanto si sono assicurati tutti che il 22enne nord-coreano non risponda a domande a sfondo politico-sociale: potrà parlare soltanto se accompagnato da un dirigente della società, o un addetto stampa, per evitare qualsiasi domanda infelice o che possa scatenare un putiferio nel suo Paese. La Corea del Nord lo osserva, d’altronde, perché ha esportato l’agonismo coreano in Europa.
Se non se ne parlerà per le doti tecniche, state sicuri che se ne parlerà per le sue origini. E intanto la Corea del Nord prova a conquistare la Svizzera.