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2014

Logico ed inevitabile

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de laurentiis napoli giugno 2014 ifa

Napoli, dal 6 maggio all’11 agosto: tre mesi per programmare un futuro che non può essere quello visto ieri sera

CHAMPIONS LEAGUE NAPOLI ATHLETIC BILBAO – In matematica 2+2 farà sempre 4. Nel calcio, che scienza esatta non è, risulta altamente probabile che faccia 4: ecco magari non badiamo al capello, farà 4 e qualcosa o 4 meno qualcosa, ma non si discosterà più di tanto dal suo risultato matematico. Il 2+2=4, nel calcio, può essere ribaltato dai Maradona, dai Ronaldo da Lima, dagli Zidane, forse dai Messi. Insomma da una schiera di pochi eletti.

LA PROGRAMMAZIONE: DAL 6 MAGGIO ALL’11 AGOSTO – Tutto il resto, ossia il normale, va programmato: si possono raggiungere determinati risultati soltanto con il lavoro e la volontà totale di non lasciarsi trovare impreparati o spiazzati da eventi rientranti nelle possibilità di accadimento. Andiamo nel concreto: l’ultimo campionato del Napoli è terminato di fatto lo scorso 6 maggio, quando la vittoria sul Cagliari rendeva il matematico terzo posto e dunque la qualificazione al playoff di Champions League. La scadenza per la consegna delle liste utili per il turno preliminare è stata fissata all’11 agosto: tre mesi pieni insomma per programmare il proprio futuro e non giungere impreparati al grande appuntamento europeo.

I FATTI – Tre mesi rappresentano nel calcio un arco temporale assolutamente sufficiente: impensabile non presentarsi pronti alla doppia sfida che già decide mezza fetta di stagione. Dal lato economico (ha pesato il mancato secondo posto ma inciderà ancor di più l’eventuale eliminazione con i fondi che spetterebbero al Napoli divisi da Juventus e Roma, danno e beffa), vero, ma non di meno sotto il profilo strettamente sportivo: non prendere parte alla Champions League si traduce in un inevitabile ridimensionamento del calibro della stagione. Cosa è stato fatto da proprietà e dirigenza per scongiurare il peggio? Poco o nulla. Non può bastare l’arrivo di Andujar a fronte della mancata conferma del leader Reina, non può bastare quel Koulibaly troppo frettolosamente montato dalla piazza partenopea, non può bastare un Michu in evidente deficit di autostima. Ma il vero delirio si è sostanziato a centrocampo: nessun innesto in data 11 agosto (e ad oggi il solo De Guzman non può promettere cambi di marcia) e dunque – aspetti fortemente correlati – la folle cessione di Behrami (ampiamente avallata da Benitez) che ha implicato il ripescaggio di un incredulo Gargano. Impensabile poi appellarsi alla solita sfortuna del sorteggio: tra gli eventi possibili rientrava proprio l’opzione di beccare l’Athletic Bilbao. Avversario tosto, tatticamente preparato, indomabile atleticamente: detto fatto, il resto è storia nota.

RESPONSABILITA’ ANCHE PER BENITEZ? – Storia nota che racconta di un deludente 1-1 casalingo: contesa ancora aperta ma è superfluo nasconderlo, al San Mamés – con queste penose carenze strutturali – servirà l’impresa. Detto della mancata programmazione, il Napoli si è presentato al grande appuntamento internazionale con una formazione titolare improbabile. Neanche fosse un’amichevole di seconda caratura. L’interrogativo: siamo certi non si potesse opporre un undici più credibile? Analizziamo la situazione. Rafa Benitez ha puntato tutto sulla condizione atletica di chi ha preso parte al ritiro estivo sin dalle primissime battute, eccezion fatta per il fuoriserie Higuain: c’è dunque una logica nelle scelte apparse così illeggibili ma i risultati di questa ottimizzazione fisica non si sono visti. Ed allora perché quel Koulibaly la cui partita più importante disputata finora riguarda una contesa per il quinto posto belga e non il più strutturato Henrique? Mandato al macello, personalmente nutro più di un dubbio sull’effettivo valore del calciatore (errori di posizionamento continui, difficoltà enormi palla al piede) ma non è di questo che si intende discutere ora. E perché Britos terzino con tre interpreti di ruolo disseminati tra panchina e tribuna (Zuniga, Ghoulam e Mesto)? Non impazzisco per Inler né per Dzemaili, ma neanche un minuto ad entrambi? E Mertens già in palla lasciato fuori? E’ vero, tutti professori. E gli assenti hanno sempre ragione. Ma poco importa di chi arriverà o meno se la rabbia di Higuain (attento Napoli!) non basterà ad uscire vivi dall’inferno del San Mamès: se così non fosse saremmo di fronte ad un ridimensionamento non accettabile per le modalità con cui lo stesso si è (sarebbe) manifestato.