Mancini: «Nations League? Non facciamo come gli inglesi che si erano già tatuati le coppe» - Calcio News 24
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Mancini: «Nations League? Non facciamo come gli inglesi che si erano già tatuati le coppe»

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Roberto Mancini ha parlato ai microfoni di TGPoste della magica estate vissuta dall’Italia: le sue dichiarazioni

Roberto Mancini ha parlato ai microfoni di TGPoste delle magica estate vissuta dall’Italia. Le sue parole.

ITALIA – «La cosa più bella è stata quella di aver reso felici tutti, indistintamente, dai più piccoli ai più grandi. Credo che nello sport difficilmente gli italiani falliscono e quando c’è passione, quando ci sono momenti difficili, credo che noi riusciamo a dare il meglio».

FORZA DI UN GRUPPO – «Bisogna conoscere quello che si fa e poi bisogna avere fiducia con tutti, con le persone con le quali si lavora. Dare fiducia e far sentire che si crede in loro, è molto importante per far rendere i giocatori al massimo».

NATIONS LEAGUE – «Un po’ di scaramanzia ci vuole sempre, non possiamo fare come gli inglesi che si erano già tatuati le coppe. È un torneo importante e giocando in Italia speriamo di poterlo vincere. Poi a novembre ci saranno le ultime due partite di qualificazione a Qatar 2022. Dopo queste ultime partite potremo dire qualcosa».

PRIMI PASSI CALCISTICI A JESI – «I momenti più belli della mia vita, si è bambini e non si hanno pensieri. Ho vissuto momenti bellissimi, all’oratorio con tutti i miei amici».

SERIE A –  «Penso che sia normale che ci sia un equilibrio in questo inizio di campionato perché molti calciatori hanno giocato gli Europei e la Coppa America, quindi sono arrivati non in grande condizione e le squadre hanno bisogno di assestarsi. Penso che possa essere un campionato molto equilibrato fino alla fine con più squadre. Sorprese? Il Napoli, ma anche l’Atalanta, potrebbe essere la squadra rivelazione di una Serie A molto equilibrata in questa fase di avvio».

MANCINI ALLENATORE SAMPDORIA E VIALLI PRESIDENTE – «Non sarebbe malissimo tornare, ma noi a Genova abbiamo fatto talmente bene che per tornare dovremmo fare meglio ed è difficile. Ci fa davvero piacere questo affetto ma la cosa più bella è aver reso più felici tutti: dai più piccoli ai più grandi».

CITTA PREFERITE – «Sono stato bene in tutte le città dove ho giocato ed allenato. A Genova sono stato 15 anni e quindi forse sono un po’ più legato. A Bologna ho tanti amici e la amo ma non c’è una città dove non sono stato bene».