2012
Milan, Abate: “Con Milito ho già dato, Cassano…”
MILAN ABATE INTER CASSANO MILITO IBRAHIMOVIC – Ignazio Abate ha affidato i suoi pensieri ai microfoni di Tuttosport, alla vigilia dell’attesissimo derby meneghino. Il terzino destro del Milan, reo di aver concesso un paio di gol a Milito nelle ultile stracittadine, crede che non si ripeteranno situazioni simili con il cannoniere dell’Inter: “Purtroppo ho fatto degli errori, sono episodi che mi hanno fatto crescere, però la cosa finisce lì. Non penso ci sia una fobia verso Milito. Io non mi sento completamente colpevole. A volte ho sbagliato, ma non abbiamo perso l’ultima sfida per il mio fallo da rigore e quando fui espulso nel 2010, fui provocato. Diciamo che il derby che ricordo peggio è quello con Leonardo in panchina, quando feci un liscio e Milito segnò. Però sono stato anche sfigato: due errori e due volte Milito tira delle castagne all’angolino. Se sbagli, paghi, ma penso di aver dato abbastanza. Come sento la partita? La sento come è normale che sia per un giocatore cresciuto nel vivaio del Milan. Il derby è la partita, ma domani sarà una storia diversa e ci servono i tre punti. Inter favorita? Sicuramente loro sono più avanti, non solo per i punti in classifica. Hanno già trovato la quadratura e stanno raccogliendo risultati importanti. Difesa a tre? Si potrebbe fare, ma in queste ultime gare stiamo trovando l’equilibrio giusto con due mediani e due giocatori larghi in attacco. Meglio proseguire così. Cassano? È un avversario come tutti gli altri. Noi dobbiamo pensare a fare la nostra partita e basta. Io comunque con Antonio ho un rapporto normale. Ibrahimovic? La sua assenza si sente, perdere un uomo carismatico come lui crea un problema nello spogliatoio. Alla lunga, uno con il suo carattere, diventava pesante. Però era uno stimolo per tutti e non gli si poteva dire nulla. Zlatan non è uno di quei giocatori di talento che in allenamento camminano e si risparmiano. Lui lavora come un gregario, è sempre davanti al gruppo, non vuole mai perdere una partitina, si incazza per un passaggio sbagliato. Teneva tutti sulla corda e questo significa essere un numero uno. Se ho pensato a un addio? Mai pensato di andare via. Dopo l’Europeo ho fatto due settimane di vacanza, poi dopo tre giorni di test a Milanello, sono volato negli Stati Uniti e il giorno dopo ho giocato con il Chelsea. Non ho svolto la preparazione e per me era la prima volta in carriera. Poi al Trofeo Berlusconi mi sono fatto male alla caviglia. Semplicemente non ero al top fisicamente. El Shaarawy? Sapevo che avrebbe trovato maggiore spazio, ma da qui a pensare che segnasse 5 gol in 8 partite, no. Comunque si merita tutto, ha le qualità per emergere e gioca con la mentalità che gli chiede il mister.“