2013
Milan, El Shaarawy: «Avrei detto no a qualsiasi squadra»
Lattaccante rossonero giura amore al Milan e garantisce di aver imparato la lezione.
CALCIOMERCATO MILAN EL SHAARAWY – Alla terza stagione con il Milan, ma con una breve carriera alle spalle, Stephan El Shaarawy è passato nella scorsa stagione dal paradiso e dalla pioggia di gol all’inferno e al digiuno. Sei mesi difficili per l’attaccante rossonero, che dopo la doppietta in amichevole contro il Manchester City è tornato a parlare, toccando anche temi di calciomercato: «Quanto è stato vicino l’addio? Ma no, io sono sempre stato convinto delle mie scelte. E quindi non ho mai pensato di cambiare squadra. Sono tifoso rossonero fin da piccolo, stare qui è un sogno che si realizza. Non me ne sarei mai andato, nemmeno davanti ad un’offerta del Real Madrid. Avrei detto no a qualsiasi squadra. Ma è anche vero che richieste concrete dalle cosiddette “big” in realtà non si sono concretizzate.Penso di rimanere a lungo e di fare la storia del Milan. Penso di aver vissuto una stagione fantastica e di volerne giocare una intera a livello del girone di andata dello scorso anno», ha dichiarato il “Faraone”, come riportato da “Tuttosport”.
Sulla sua crisi e le voci di una possibile incompatibilità con Mario Balotelli, El Shaarawy ha chiarito: «Io e Mario più che compagni di squadra, siamo amici veri. Siamo sempre assieme e abbiamo parlato anche di questo. Non ho mai dato ascolto a chi diceva che il mio problema fosse lui. Anzi, è stata una delle persone che mi è rimasta più vicina, che mi ha più incoraggiato. Nessun problema, nessuna gelosia. Sono convinto di poter far bene con lui, ma anche senza di lui. Io credo invece che sia abbastanza normale che un ragazzo di 20 anni non possa segnare ogni domenica, come è successo per un periodo anche abbastanza lungo della scorsa stagione. Gli avversari ormai mi conoscono? Beh, questo è certamente vero. Quando vedi un ragazzino che segna a raffica, cominci a studiarlo, a vedere quali sono le sue azioni, i suoi dribbling, le sue caratteristiche. E così è successo».
Invece, sul rapporto con il tecnico Massimiliano Allegri spiega: «Cosa mi dice Allegri? Che da sinistra sono più prevedibile, di giocare maggiormente con la prima punta. Due anni fa, qui al Milan, si giocava già in questo modo. E prima ancora quand’ero al Padova. Non troverò grossi problemi, saprò adattarmi, ma nasco come esterno sinistro, e quindi mi trovo molto meglio partendo da sinistra. Però la società e l’allenatore hanno fatto questa scelta e i due gol al Manchester li ho realizzati da seconda punta. Ho tanta voglia di ricominciare, sono comunque entusiasta. Rapporto con Allegri? Anche su questo tema, voglio chiarire: non c’è mai stato nessun litigio, nessun confronto. Quando mi ha tenuto fuori, contro il Napoli, mi ha spiegato le sue idee e io ho accettato con tranquillità. Ero consapevole anch’io di non essere più l’El Shaarawy del girone di andata. E poi, è stata una sola panchina: invece ne è nato un caos che non andava fatto. Tra l’altro, al mio posto ha giocato Robinho, ovvero un fenomeno…».
E poi El Shaarawy ammette di aver imparato la lezione: «E ne trarrò beneficio per il futuro. Bisogna sempre trovare il proprio equilibrio. L’esperienza mi ha insegnato che nel calcio può cambiare tutto da un giorno all’altro, nel bene come nel male. Che non bisogna mai esaltarsi se le cose vanno bene, ma nemmeno abbattersi se vanno male. A me questa squadra piace e mi sembra molto competitiva. Tra l’altro sento che c’è ancora movimento, credo che possa ancora arrivare qualcuno. Se così sarà, lo accoglieremo con grande entusiasmo e saremo contenti. Se rimarremo così, il girone di ritorno dello scorso anno dimostra che non siamo secondi a nessuno».
Infine, sulla maglia azzurra e il sogno Mondiale, l’attaccante rossonero ha concluso: «Se devo essere sincero, al momento non ci voglio proprio pensare. Sono nel Milan, arrivo da un evidente calo psicofisico che ha creato qualche dubbio sul mio conto e il mio obiettivo non può che essere quello di far bene con questa maglia e di conquistare definitivamente la qualificazione alla Champions League. Al resto, penseremo più avanti. Cosa mi ha detto Prandelli nella Confederations Cup? Che non voleva crearmi ulteriori pressioni addosso. Ma so perfettamente quanto mi stimi. Se farò bene, sarà dalla mia parte».