Milan, Inzaghi: «Balotelli il più forte in Serie A» - Calcio News 24
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2013

Milan, Inzaghi: «Balotelli il più forte in Serie A»

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inzaghi bordocampo ifa

L’analisi dell’ex attaccante sulle coppie d’attacco in Italia e all’estero.

MILAN INZAGHI – Nel giorno in cui il Milan si gioca in Olanda le sue carte per qualificarsi in Champions League, Filippo Inzaghi ha parlato dei rossoneri ed in particolare della sua nuova avventura: «Dagli Allievi alla Primavera? Comincio ad allenare gli adulti. I ragazzi seguono me e il mio staff, Fiorin, Nava, Matteucci, Pacciarini e Abate. Ai giovani cerco di far capire cos’è lo stile-Milan. Rino ha fatto benissimo ad andare a Palermo, ma per me spero in un percorso diverso, graduale, formativo. Il Milan è casa mia e non vorrei anticipare i tempi. Allenare è mille volte più difficile che giocare. Bisogna studiare, aggiornarsi ed essere credibili agli occhi dei giocatori. Ogni allenatore deve essere se stesso. La pensavo così anche da giocatore quando mi dicevano che dovevo somigliare a Van Basten o a Weah. Io amavo la sincerità dei miei allenatori, anche quando era cruda», ha esordito il nuovo allenatore della Primavera rossonera ai microfoni del “Corriere dello Sport”, dove ha parlato anche di coppie d’attacco: «Quanto c’è d’istinto in Ibrahimovic-Cavani? Più che di istinto parlerei di forza. Quella di Ibra in mezzo a tutte le difese avversarie. E’ una coppia formidabile, Cavani è un killer e infatti ha già piazzato il suo colpo. E’ una delle coppie più forti d’Europa, da 50 gol. Neymar-Messi? Sono i due attaccanti che ogni allenatore al mondo vorrebbe avere in squadra. Messi è il top assoluto, quanto a Neymar l’ho seguito nella Confederations Cup e mi è piaciuto. E’ strepitoso nell’uno contro uno. Non c’è una prima punta, ma questo, lo sappiamo, è il segreto del Barcellona. Ronaldo-Benzema? E’ la coppia di Ancelotti e con giocatori così il mio ex allenatore potrà vincere molto. Cristiano è con Messi al vertice mondiale, ma sono curioso di vedere Benzema: deve fare l’ultimo salto decisivo e senza la pressione di Higuain può farcela. Falcao? Mi piace. Una volta mi ha chiesto la maglia e attraverso Yepes l’ho seguito in tutta la sua carriera. Dentro l’area di rigore è un leone, ha uno stacco di testa micidiale. Pensavo che andasse al Chelsea, mi ha sorpreso la sua decisione di trasferirsi a Monaco anche se, con Ranieri e con ottimi acquisti, la squadra è forte e farà bene in Francia, dove non si è smentito: al debutto è andato subito in gol. Mi dispiace però non vederlo nelle coppe. Aubameyang? Non lo ricordo benissimo, ai tempi del Milan era un ragazzino. Ha sorpreso anche me, ha fatto una crescita incredibile. Gli faccio i complimenti perché so che è una persona seria. Con Lewandowski nascerà una grande coppia. Del Bayern a me piacciono i due esterni, Robben e Ribery, giocatori che segnano, fanno assist e dribblano l’avversario. Sono incontenibili. Però anche Mandzukic mi ha impressionato: l’anno scorso il suo rendimento ha spiegato il motivo per cui Gomez era spesso in panchina. Lavora tantissimo per la squadra, è il primo difensore del Bayern».

L’ex attaccante rossonero ha proseguito l’analisi delle coppie offensive europee: «Van Persie-Rooney? Mah. Io direi Van Persie da solo. E’ il classico attaccante che predilige giocare da solo in cima all’attacco, un po’ come ero io, con un trequartista alle spalle. E’ già a quota quattro nelle prime due partite ufficiali. Però Rooney, se restasse, gli potrebbe dare una mano. Mata-Torres? Io penso che il Chelsea acquisterà un attaccante, un centravanti, anzi, penso che Mourinho prenderà proprio Eto’o. Ai Blues manca una punta centrale, anche se Torres, Mata e Hazard sono ottimi giocatori. Dzeko-Jovetic? Dzeko mi piace, ha una grande fisicità e una buona tecnica; Jovetic, che è abituato a giocare più indietro, può dargli una mano, ma Pellegrini ha pure Silva, Nasri e Negredo. Può scegliere senza problemi. Tevez-Llorente? A Llorente darei ancora un po’ di tempo, un paio di mesi per capire bene il calcio italiano. Tevez lo conosciamo, è fortissimo, ma io non dimenticherei Vucinic: alla fine giocherà soprattutto lui. E in ogni caso, la Juve per ora ha un bel parco attaccanti con Quagliarella, Matri e Giovinco. Rossi-Gomez? Ecco una coppia che mi intriga davvero. Spero che Giuseppe torni al cento per cento, perché sarebbe una bella notizia per la Fiorentina e per la Nazionale. Anche Ambrosini me ne ha parlato benissimo. Lo aspettiamo tutti. Gomez è la prima punta classica e attenzione anche a Ljajic, Joaquin e Cuadrado. Higuain-Pandev? Mi soffermo volentieri su Pandev, è il giocatore che tutti i bomber amano perché sa sempre mettere il compagno nella condizione ideale per far gol. Higuain mi piace, ha una botta secca (basta vedere il gol segnato all’Italia all’Olimpico), ma Pandev è il giusto collante fra centrocampo e porta avversaria. Attenzione anche a Insigne: la sua rete contro l’Argentina è stata strepitosa».

Inzaghi ha poi commentato l’addio di Osvaldo, che avrebbe formato con Totti la coppia offensiva più tecnica in Serie A, e di altre coppie d’attacco: «Mi auguro che Osvaldo faccia comunque una grande stagione, visto che gode della stima di Prandelli. Quanto a Totti, stare vicino a lui è una grande fortuna per ogni attaccante. Klose?Una palla, un gol, anche se in Supercoppa non è andata così. Lo conosciamo tutti, è un grande professionista, continuerà a segnare come ha sempre fatto in tutta la carriera. Ma la forza della Lazio sono anche quei centrocampisti, come Candreva, che hanno il tempo e il modo giusto per inserirsi. Icardi o Belfodil con Palacio? Con Icardi dobbiamo avere pazienza, è giovanissimo e fare il centravanti nell’Inter non è facile. Non va bruciato con giudizi frettolosi. Palacio è l’attaccante cardine, come ha già dimostrato in Coppa Italia, i giovani gireranno intorno a lui».

Infine, Inzaghi ha analizzato quella dei colori della sua squadra, Balotelli-El Shaarawy, e commentato la “longevità” sportiva di Totò Di Natale: «Parlerei di tutto l’attacco del Milan. Balotelli è il centravanti più forte di tutto il campionato italiano, da tifoso del Milan mi auguro che diventi il capocannoniere della Serie A, sarebbe importante per lui, per la Nazionale e per noi rossoneri. Accanto a Mario si alterneranno El Shaarawy, che deve confermarsi, Robinho, Boateng e anche Petagna che è molto bravo. Di Natale? Totò è così, vive il calcio come lo vivo io. Parlo spesso con lui, sento che ha la mia stessa passione ed è proprio questo che cerchiamo di trasmettere ai ragazzi. Se non mi fossi rotto il crociato, o se il Milan non mi avesse offerto la possibilità di iniziare subito la carriera di allenatore, magari sarei ancora lì, su un campo di calcio. In fondo, il segreto di una carriera è tutto qui».