Milan-Samp, Gattuso: «Voglio 23 leoni disposti a soffrire per vincere»
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Milan-Samp, Gattuso: «Voglio 23 leoni in campo disposti a soffrire per vincere»

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L’allenatore del Milan Gennaro Gattuso ha parlato alla vigilia della sfida contro la Sampdoria nella conferenza stampa con i giornalisti

Il Milan si prepara per la sfida di domani contro la Sampdoria valida per la 10^ giornata di campionato. I rossoneri vogliono tornare alla vittoria dopo la sconfitta internar in Europa League contro il Real Betis e quella in campionato nel derby contro l’Inter. In vista della sfida ha parlato il tecnico della formazione milanese, Gennaro Gattuso nella consueta conferenza stampa della vigilia. L’allenatore rossonero ha iniziato le proprie dichiarazioni parlando degli avversari: «La Sampdoria è una squadra solida che fino ad ora ha incassato pochissimi gol. Dobbiamo essere bravi nel cercare di tenerli nella loro trequarti per metterli in difficoltà. Ci sarà da faticare tantissimo. Sono allenati da un grandissimo tecnico. Domani in campo voglio 23 leoni. Via tattica e ciò in cui credo, voglio solo una squadra disposta a soffrire e far di tutto per vincere. Voglio 23 cani arrabbiati».

Gattuso ha poi parlato delle polemiche in settimana riguardanti un suo possibile esonero: «Dicono di vedermi spento e morto, ma in verità non è così. Sono consapevole di ciò che posso dare a questa società, purtroppo capitano gare come quella contro il Betis in cui non puoi fare nulla di quello che hai preparato prima della sfida. Adesso mi aspetto una reazione, ho il dovere di tirare fuori il meglio da questa formazione. Giochiamo con il freno a mano tirato, bisogna essere più spensierati. Sul riscatto di questa squadra non ci metto la mano sul fuoco, ma tutto il corpo. Anche a rischio di perdere il 50% della mia pelle». L’allenatore ha poi concluso: «La società ci ha sempre dato tranquillità, in questi giorni ho incontrato Paul Singer e la squadra ha parlato con Maldini e Leonardo. Dobbiamo mettere da parte gli alibi, anche perché siamo solo ad ottobre. Non ci sono scuse, ognuno di noi deve fare qualcosa di più».