Milan, i cinesi chiedono di essere ricevuti

Cinesi in pressing, ma Berlusconi prende tempo (ed è in ospedale)

Silvio Berlusconi ha poca voglia di occuparsi del Milan. I rappresentanti delle aziende cinesi in trattativa per l’acquisizione del 70% del Milan hanno chiesto un appuntamento la prossima settimana a Milano, ma l’incontro non è stato fissato, perché il patron rossonero non ha particolare fretta. E i tempi rischiano di dilatarsi, visto che oggi è stato ricoverato al San Raffaele di Milano per uno scompenso cardiaco. Nel frattempo gli advisor Sal Galatioto e Nicholas Gancikoff devono gestire la rabbia dei cinesi per le battute di Berlusconi.

I TEMPI – La chiusura dell’affare non arriverà, dunque, prima del 20 giugno. Il contratto comunque è quasi pronto: un centinaio di pagine, numerosi allegati, a cui stanno lavorando Chiomenti e Lazard, oltre che i consulenti del consorzio cinese. Entro due settimane il corposo contratto sarà presentato a Berlusconi, che poi dovrà decidere se vendere o meno. Nel frattempo si cercherà di arrivare ad un chiarimento, di ricucire eventuali strappi diplomatici. Chiudere quanto prima è importante anche in chiave mercato: serve il via libera all’amministratore delegato Adriano Galliani per avviare il mercato estivo.