2013
Napoli, Ottavio Bianchi: «E’ il collettivo a fare la differenza»
NAPOLI OTTAVIO BIANCHI – Ottavio Bianchi, ex allenatore del Napoli ai tempi di Maradona, è intervenuto durante la trasmissione radiofonica Radio Anch’io Sport in onda sulle frequenze di Radio 1. Ecco le sue dichiarazioni: «Benitez è molto bravo. Sta creando un Napoli che ha gamba e qualità, che sa sfruttare le occasioni e che riesce a cambiare faccia durante le partite. Non si basa su un solo modo di attaccare ma sfrutta diverse alternative. I tanti anni senza vittorie a Milano? Io credo che questo possa essere l’anno giusto per fare bene».
LA ROSA – «Il pubblico napoletano ha raggiunto una grande maturità calcistica e la società è tra le più forti d’Italia, non dimentichiamo che chiudono sempre il bilancio in positivo. Higuain? Di sicuro è stata condotta un’ottima campagna acquisti ma al di là dell’attaccante argentino io esalterei il gioco di squadra e anche la forza del gruppo e il valore di tutti i componenti della rosa».
IL SUO NAPOLI – «Bisogna però andare cauti, l’eccessivo entusiasmo potrebbe far danni. Consigli a Benitez? I tempi sono cambiati, non sarebbe utile dare dei consigli in questi casi. Per noi furono anni particolari, il Napoli non aveva mai vinto e non era facile rientrare tra le prime della classe in Italia».
L’UMILTA’ DELLA SQUADRA – «Il Napoli mi sta piacendo soprattutto per l’umiltà che stanno dimostrando tutti. Ciò che conta è la forza del collettivo, sono tutti a disposizione di Benitez e questo lo si avverte anche da fuori. Hamsik? E’ il centrocampista che ogni allenatore vorrebbe avere. Ha un cambio di passo incredibile, sa essere pericoloso in zona gol e sa anche ripiegare nelle difficoltà. Per me ha capito che lui deve essere il leader di questa squadra e sta cominciando a leggere la partita in chiave squadra e non individuale».
LE POSSIBILITA’ DI VITTORIA – «Maradona ombra sul Napoli? Il vero limite è quello di essere abituati a vincere. Gestire la vittoria è molto difficile e secondo me gli azzurri quest’anno sono veramente pronti per il salto di qualità. Negli scorsi anni sono state lanciate le basi per fare bene, la società è solida e i giocatori sono cresciuti consapevoli che le zone alte sono all’ordine del giorno».