2013
Più facile del previsto: Higuain ha già oscurato Cavani
La notte del San Paolo e i fattori della nuova era partenopea
NAPOLI CHAMPIONS LEAGUE HIGUAIN – Dopo il tre su tre in campionato – nove punti e comando della classifica con la Roma – il Napoli supera anche i vice campioni d’Europa del Borussia Dortmund e si regala una notte da sogno. A prendersi la scena è tutta la squadra con una prestazione intensa e di personalità, ecco come gli uomini di Benitez hanno avuto la meglio dei tedeschi.
FATTORE PSICOLOGICO: IL BORUSSIA HA PERSO IL CONTROLLO – E’ durata un quarto d’ora l’autentica follia Dortmund: dal 29’ minuto del gol di Gonzalo Higuain all’espulsione di Weidenfeller allo scadere del primo tempo. La rete dell’argentino ha regalato alle pagine di storia calcistica il volto furioso di Jurgen Klopp che in preda all’ira funesta inveiva contro il quarto uomo: nessuno può non ammettere di aver temuto il peggio per il malcapitato collaboratore arbitrale. Ed è questa l’evidente fotografia della gara: l’incredibile Borussia – modello di riferimento per amanti ed intenditori di calcio – che perde la testa di fronte allo spregiudicato Napoli di Benitez. Poi la sciocchezza del portierone tedesco che, indotto dal moto perpetuo di Higuain, lascia in dieci i suoi per il resto della gara e il ritorno alla normalità (la quiete dopo la tempesta) con un secondo tempo giocato da grandissima squadra sul piano caratteriale emotivo.
FATTORE BENITEZ: TRA SORRISI, TRANQUILLITA’ E PERSONALITA’ – Rafa è pacato perché – come si dice in pessimo gergo – “già arrivato”: strettamente nel senso che il tecnico spagnolo vanta già un curriculum talmente importante da non dover dimostrare nulla a nessuno. Se per esempio paragonato a Mazzarri (ottimo allenatore) che invece sembra non aver retto la pressione del definitivo salto di qualità proprio perché spaventato dalla mole di fattori da gestire quando si vuole passare da belli a vincenti. Ma Benitez ha l’intelligenza giusta per non sedersi sui suoi trionfi passati ed invece trasmettere la sua mentalità vincente al gruppo e trovare – anche a livello personale – nuovi stimoli. Napoli in tal senso è stata una benedizione per il punto della carriera in cui attualmente vive l’allenatore spagnolo: poche piazze al mondo possono infondere il senso della sfida come accade all’ombra del Veusvio.
FATTORE HIGUAIN: ADIEU MATADOR – Lo ha capito bene El Pipita che ha già stretto un rapporto emozionale impressionante – va ripetuto, impressionante – con il popolo napoletano: sembra vivere tutto ciò da un’eternità, avverte il peso della responsabilità che si è assunto scegliendo una sfida così impervia ma a dire il vero sembra non aspettasse altro. Le sei stagioni e mezzo vissute in quel di Madrid lo hanno gratificato sia a livello di squadra che personale ma Gonzalo Higuain è nato per essere protagonista ed evidentemente a Madrid non bastano talento, valanghe di gol e dedizione totale alla causa per diventarlo. O meglio, sì nel cuore dei suoi ex tifosi (infuriati per la sua cessione) ed un po’ meno per i vertici dirigenziali. Oggi l’attaccante argentino è a Napoli: in tanti dicono per sostituire Cavani. Chi scrive l’editoriale è d’accordo soltanto nei termini in cui se non fosse andato via l’uruguaiano mai sarebbe arrivato Higuain. Non sui valori. Perché a Napoli, statene certi, di Cavani oggi a stento ricordano il volto. Chiedetelo a loro.