Porto-Inter: Inzaghi, difenditi e gioca sull'errore come Tuchel
Connettiti con noi

Champions League

Porto-Inter: Inzaghi, difenditi e gioca sull’errore come Tuchel

Pubblicato

su

Simone Inzaghi

La lezione del Chelsea di Tuchel potrebbe aiutare l’Inter e Inzaghi a raggiungere i quarti di finale contro il Porto

Dall’esito della gara di stasera tra Porto e Inter si dice che dipende molto se non tutto del futuro di Simone Inzaghi sulla panchina dell’Inter. Il presente è a un bivio: da un lato il raggiungimento dei quarti di finale, strada che i nerazzurri non praticano da 12 anni; dall’altro, il dover considerare quei premi di consolazione come la Supercoppa e l’eventuale Coppa Italia più che sufficienti per proseguire con un allenatore che avrebbe copiato il percorso della scorsa annata. Già, ma come farcela a Oporto? Roberto Beccantini, nell’edizione odierna del Corriere dello Sport, da profondo conoscitore del calcio, invita a un atteggiamento prudente. Ricordando che l’adozione di una difesa a 3 faccia già parte del dna dell’Inter attuale e di come con la stessa idea Stefano Pioli sia riuscito a uscire da una crisi di gioco e di risultati. Con altri precedenti illustri, come le due vittorie della Champions League da parte del Chelsea, entrambe caratterizzate dal difensivismo contro i frizzanti Bayern nel 2012 e Manchester City nel 2021.

Già, il Chelsea. Si dà il caso che a Oporto due anni fa si sia imposto un tecnico dal curriculum internazionale maggiore di quello finora maturato da Inzaghi. Andiamo a ricordarlo, caso mai il mister nerazzurro volesse trarre ispirazione.

2021: TUCHEL – Per andare a vincere la finale su Guardiola, il Chelsea passa dal Portogallo. Conceiçao fa fuori la Juventus di Pirlo, poi ai quarti cede in casa 2-0 con i londinesi nella gara d’andata. I gol sono di Mount e Chilwell, Tuchel trae benefici sostanziali da una panchina più lunga: nella ripresa entrano Pulisic, Girous, Kanté, Thiago Silva ed Emerson. Un quintetto che farebbe il titolare in molti posti d’Europa. L’atteggiamento del Porto fu molto offensivo, tanto da mandare in campo tutti gli attaccanti a disposizione per cercare di raddrizzare il risultato. A condannarlo fu l’autolesionismo, materializzatosi in due errori individuali in occasione dei gol. Proprio come all’andata a San Siro di 3 settimane fa, quando l’ingenua espulsione di Otavio ha creato le premesse per il forcing finale e la rete di Lukaku.