2012
PSG, Ancelotti: “Pirlo? La Juventus stia tranquilla”
PARIS SAINT GERMAIN JUVENTUS PIRLO ANCELOTTI – Chi dà per spacciato Andrea Pirlo in vista dei tour de force stagionali della Juventus si sbaglia di grosso. E’ questo il parere di Carlo Ancelotti, uno che conosce bene il regista bresciano. L’attuale allenatore del Paris Saint Germain, intervistato da Tuttosport, ha parlato del suo pupillo, del suo possibile erede e della Juventus, senza dimenticare le difficoltà del Milan.
Buongiorno Ancelotti, solo un mese fa Pirlo godeva di unanimi consensi, mentre ora è l’uomo del momento ma a causa della sua flessione. Lei come vede la situazione?
«Io la vedo in modo molto semplice: può capitare che un giocatore viva un momento di difficoltà. Mica è la prima volta».
Pirlo però ha abituato tutti bene. E non è un ragazzino. Boban ha messo insieme le due cose e gli ha consigliato di lasciare la Nazionale per dedicarsi soltanto alla Juve.
«Ripeto, è solo un momento di difficoltà e non mi sembra il caso di optare per scelte drastiche come lasciare la maglia azzurra. La Juve può stare tranquilla, vedrete che Pirlo tornerà presto al suo rendimento abituale».
Conoscendone carattere e idee, lei ritiene che per Pirlo l’addio alla Nazionale sia un’eventualità plausibile?
«Non lo so. Anzi, non credo proprio. Andrea è sempre stato molto legato alla Nazionale e dubito che qualcosa sia cambiato».
Oltretutto il prossimo Mondiale si gioca in Brasile e per un giocatore di quella tecnica sarebbe il palcoscenico ideale per congedarsi dall’azzurro.
«Sì, ma al di là di questo fattore vorrei ricordare che agli ultimi Europei il giocatore italiano più apprezzato è stato proprio Pirlo. Sono trascorsi appena due mesi…».
Proprio lei ha allungato la vita sportiva di Pirlo cambiandogli ruolo: da trequartista a regista davanti alla difesa. A quel tempo si aspettava che la mossa regalasse risultati così clamorosi e prolungati nel tempo?
«Guardi che io non ho fatto proprio niente. Tutto quello che Pirlo ha se lè costruito con i suoi piedi. E con la sua testa».
Lei ha visto la partita di Firenze?
«Sì e non mi sembra che Pirlo abbia giocato così male. E che, chiaramente, per esaltare le qualità di Andrea è necessario che i compagni si muovano e vadano a ricevere i suoi passaggi. Ma al Franchi tutto questo movimento da parte degli juventini non c’è stato».
Anche per merito della Fiorentina.
«Ottima squadra quella di Montella. Ha un centrocampo di gran qualità».
Il tecnico viola non ha riservato alcun trattamento particolare a Pirlo, mentre Di Matteo a Londra gli aveva attaccato alle costole Oscar. Il risultato, curiosamente, non è cambiato granché.
«Quando Pirlo sta bene è difficile da limitare a prescindere dalle alchimie tattiche. Anche se lo marchi lui riesce a trovare soluzioni pericolose».
Senza il miglior Pirlo la Juve quanto perde?
«L’anno scorso è stato lui a fare la differenza nel duello con il Milan. Quindi il suo calo incide parecchio».
Verratti gli assomiglia davvero molto?
«Di sicuro nella personalità, anche quella di Marco è notevole. Sotto il profilo tecnico ci sono delle differenze, ma entrambi hanno una grande visione di gioco».
La Francia è incantata da le petit italien?
«Ha sorpreso un po’ tutti, anche perché è giovanissimo».
E oltre al calcio francese non conosceva nemmeno la lingua. Eppure non ha patito difficoltà dambientamento.
«Magari ne avrebbe avute di più in Italia. Noi siamo maestri nel creare pressione e un ragazzo di 19 anni può patirle. L’Italia chiede molto a tutti, ai giovani di più».
A Parigi sono arrivati anche Ibrahimovic e Thiago Silva. Nella crisi del Milan il suo ruolo non è indifferente.
«Hanno lasciato il Milan anche Nesta, Gattuso, Inzaghi. Forse un po troppi tutti insieme. Poi è evidente che la crisi del calcio milanese è parente stretta di quella economica che coinvolge tutto il Paese».
Voci ricorrenti vi danno sulle tracce di Insigne.
«Bah, ogni giorno ci viene attribuito un giocatore. In realtà abbiamo anticipato all’estate anche il mercato di gennaio».
Siete competitivi in ottica Champions?
«Per noi è il primo anno e non siamo chiamati a vincerla, ma il girone vogliamo passarlo di sicuro, poi si vedrà».
La Juve lo è?
«A Londra ha dimostrato di possedere carattere ed esperienza però il suo è un girone molto equilibrato. Lo Shakhtar è un pessimo cliente e ha un allenatore che conosce alla perfezione il calcio italiano. Quella di martedì è una partita molto insidiosa».
Prima di quella partita si giocherà Juve-Roma. Come vede a livello tattico la sfida tra Conte e Zeman?
«Immagino due squadre votate all’attacco. La Juve ha più equilibrio, ma la Roma è imprevedibile».