Serie A
Rocchi a Open Var: «“Immediatamente” ad oggi ci mette in difficoltà, serve chiarezza sulla regola. Manderò la clip all’Ifab. Se si dubita della buona fede, lascio»
Rocchi a Open Var ha analizzato l’episodio tanto discusso sulla rete di Davis in Udinese Lazio. Queste le parole del designatore
Nel corso dell’ultima puntata di Open Var su DAZN, Gianluca Rocchi, designatore degli arbitri di Serie A e Serie B, ha analizzato l’episodio che ha acceso la discussione: l’azione del gol di Davis in Udinese Lazio, arrivata dopo un tocco di mano e seguita dalle proteste del club biancoceleste, fino all’invio di una PEC in Lega.
Per Rocchi, il nodo non è soltanto tecnico: il problema sta soprattutto nell’interpretazione di una parola del regolamento, “immediatamente”, che oggi non dispone di un criterio oggettivo e rischia di lasciare arbitri, VAR e opinione pubblica in un’area grigia.
UDINESE LAZIO – «Ci sono due tocchi di mano: il primo, a centrocampo, ha bisogno di un’analisi diversa. Non è colui che segna, va valutata solo la qualità del tocco di mano e in questo caso non è punibile. Nel caso di Davis, va considerato solo se c’è tocco o meno, perché segna lui. Il VAR all’inizio non si accorge se la tocchi: può sembrare superficialità, in realtà fa capire quanto tempo passi. E arriviamo all’immediatezza: se pensiamo al gol di Meister in Pisa-Fiorentina, passarono uno-due secondi, era immediato. In questo caso, dopo aver recuperato con un tocco di mano, il giocatore fa quattro dribbling: non può essere mai immediato. Il problema è che non c’è un parametro: se da fuori devo capire la decisione corretta, da arbitro dico che è una regola su cui va fatta chiarezza, perché poi alle persone dobbiamo dare risposte il più oggettive possibile. Oggi questo avverbio, immediatamente, ci mette in difficoltà, e io ai ragazzi non posso dire che hanno sbagliato: se vado a vedere l’immediatezza, in questo caso non c’è. La decisione che prendono, anche a fatica, e questo dimostra buona fede, è che da una parte hanno un istinto e dall’altra un regolamento che li obbliga a una certa scelta».
CONFRONTO INTERNAZIONALE – «Sì, questa clip la gireremo all’IFAB. Io sono in difficoltà nello spiegare queste cose a dei dirigenti, mi voglio confrontare per capire se eravamo nel giusto o meno: le risposte che ho avuto sono che il regolamento parla di immediatezza, e questo non lo è. Poi, in futuro, è un avverbio che crea problemi».
PROPOSTA MARELLI E SENSO DELLA REGOLA – «Io ragiono da appassionato di calcio: per me sono gol buoni, anche quello di Pisa-Fiorentina. Per me non si possono annullare certi gol, e lo dico anche per quello di Meister. Il problema è se si segna direttamente con il braccio. Poi la valutazione sulla punibilità è sempre soggettiva, però è un po’ più comprensibile».
LA DIFESA DELLA BUONA FEDE – «Non entro in argomenti politici. Io ho detto una cosa a tutti, sia a Simonelli sia a Gravina: se qualcuno non crede alla nostra buona fede, io domattina lascio. Su questo non si transige, se qualcuno pensa che non siamo onesti intellettualmente. Noi cerchiamo di fare meno errori possibili, è chiaro che un episodio del genere ti metta in difficoltà anche a spiegarlo. Poi però devi essere lucido, ti confronti, se la decisione è corretta spieghi perché è stata presa in quel modo il nostro obiettivo non sia creare meno errori possibili. Poi se uno non ci vuole credere, non è più un problema mio».
LEGGI L’ANALISI DELL’EPISODIO DEL GOL DI DAVIS IN UDINESE LAZIO