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Champions League

Roma, la notte dell’Olimpico cela un avvio incerto

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El Shaarawy

La Roma si sbarazza del Chelsea con un clamoroso 3-0 e prende le redini del Girone C della fase a gironi di Champions League: è la notte dell’Olimpico

Roma batte Chelsea 3-0 e vola al comando del suo raggruppamento: il gruppo C recita Roma 8, Chelsea 7, Atletico Madrid 3 e Qarabag 2. I due clamorosi pareggi rimediati dagli uomini di Simeone contro i poco conosciuti azeri spianano la strada della qualificazione alla banda Di Francesco: anche se la Roma perdesse sul campo dell’Atletico Madrid nella prossima sfida del girone, avrebbe poi il comodo match-point interno nell’ultima gara casalinga contro il Qarabag. Lì dove una vittoria garantirebbe ai giallorossi l’accesso agli ottavi di finale a prescindere dall’esito della sfida tra Chelsea ed Atletico Madrid. Insomma una situazione in cui si sarebbe firmato ad occhi chiusi pur di ritrovarcisi.

La notte dell’Olimpico, la notte di El Shaarawy

Lo scenario dell’Olimpico diventa il teatro perfetto della superba esibizione della Roma di Eusebio Di Francesco: tre ceffoni rifilati ai campioni d’Inghilterra e comando assoluto del girone, a dimostrazione della circostanza per cui i sorteggi sono sì importanti ma non necessariamente pregiudizievoli di un cammino. In quel pomeriggio d’estate, con l’amato capitan Totti che – gioco della sorte – spediva la Roma nel girone di ferro ed il Napoli in un gruppo apparentemente più morbido, in pochi avrebbero immaginato ad oggi tale stato dell’arte. La Roma ammirata ieri all’Olimpico è stata perfetta: rapida ed incisiva nella metà campo avversaria, pronta ad approfittare di ogni indecisione del Chelsea, corta ed attenta nella propria fetta di campo. Gli uomini di Conte sono riusciti a macinare calcio soltanto per una ventina di minuti nell’arco del primo tempo: la Roma ha retto senza affanni per poi prendersi con enorme merito l’intera posta in palio. Trascinata da un protagonista finalmente ritrovato: quando El Shaarawy è in fiducia non ce n’è per nessuno. Il problema è tramutare questo “quando” in qualcosa che sia più vicino ad una certezza e più lontano da quella stella che si lascia vedere soltanto in alcune notti, pur se la cerchi con gli strumenti astronomici più accurati in circolazione.

Roma, la conferma della difesa

Quella giallorossa, lo abbiamo approfondito in più sedi, è la difesa meno battuta della Serie A: con cinque reti al passivo in dieci gare di campionato, in attesa del recupero da disputare sul campo della Sampdoria, la Roma incassa alla media di 0.5 reti a partita. Una statistica oltremodo incoraggiante e se vogliamo in controtendenza con la classica realtà guidata da Di Francesco, in linea teorica tendente più ad un assetto offensivo che difensivo. Il dato clamoroso e quello inerente ai clean sheet stagionali: la Roma ha tenuto inviolata la sua porta in ben nove occasioni sulle quattordici gare attualmente disputate. Un fortino difficilmente valicabile ed ottenuto dopo pochi mesi di lavoro, una base sulla quale incentrare il futuro cammino: la Roma, fino a prova contraria, può già contare su una tenuta difensiva invidiabile. Fattore che, è oramai storia nota, almeno in Italia porta molto lontano.

Di Francesco, alle spalle l’avvio incerto?

Tessuto le lodi di quel che è stato, va ricordato come non siano tutte rose e fiori: la Roma, in attesa del già ricordato recupero, dista quattro punti dalla zona Champions League e sette dalla testa della classifica presidiata dal Napoli di Sarri. Un dato che può essere parzialmente ricucito dall’eventuale vittoria sul campo della Sampdoria, quello sì, ma che non nasconde un’altra evidenza: la Roma di Eusebio Di Francesco ha disputato due scontri diretti (quelli tra le prime cinque forze del campionato) e li ha persi entrambi. Ambedue in casa, all’Olimpico, rispettivamente contro Inter e Napoli. In tanti si sono appellati alla sfortuna, ma è pur vero che nelle due occasioni sono emerse rilevanti incongruenze: i giallorossi hanno giocato un buon primo tempo contro l’Inter dell’ex Spalletti, fermati solo dai legni, ma una volta attaccati hanno mostrato lacune nella lettura dei movimenti offensivi di Icardi e compagni. Con il Napoli il differenziale di proposta calcistica è apparso piuttosto consistente. E gli 1-0 sono tanti, ben quattro: in ordine contro Atalanta, Torino, Crotone e Bologna. Non che sia un reato, intendiamoci, si tratta di vittoria che porta tre punti esattamente come una risultato più corposo, ma non cela alcuni limiti offensivi. Che peraltro emergono dall’analisi della classifica: con 17 reti all’attivo (soltanto 1.7 di media, contro la media 3 di Juventus e Napoli) quello della Roma è appena il nono attacco della Serie A, peggio in ordine di Juventus, Napoli, Lazio, Inter, Sampdoria, Fiorentina, Atalanta e Udinese. Tradotto: la strada è lunga e le situazioni da aggiustare ci sono, ma i segnali che prima erano incoraggianti ora iniziano a diventare mezze certezze.

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