Roma, la benedizione di Capello e quel precedente del 2001 - Calcio News 24
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Roma, la benedizione di Capello e quel precedente del 2001

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Nulla è perduto ancora per la Roma, parola di Don Fabio Capello. Un precedente che può far sperare i tifosi giallorossi

La Roma è uscita battuta dal big match dell’Allianz Stadium contro la Juventus perdendo così il terzo scontro diretto su tre, dopo le sconfitte con Inter e Napoli. Non tutto è da buttare però, parola di Fabio Capello. L’allenatore italiano era ospite nel post partita di Sky Sport e ha rilasciato un commento confortante per i tifosi giallorossi: «Quando allenavo la Roma capii che vincemmo lo scudetto proprio dopo una partita persa contro il Milan a San Siro. Quella volta rientrai negli spogliatoio e dissi ai miei calciatori che avremmo vinto il campionato. Certo, in quel momento mi guardarono tutti come fossi un matto, ma poi andò davvero così. Io credo che, da come ha giocato la Roma negli ultimi 25 minuti, Di Francesco possa trarre conclusioni altamente positive, e far capire ai giocatori che, giocando in questa maniera, possono battere chiunque».

La partita ha cui fa riferimento Capello è la sconfitta per 3-2 del gennaio 2001. I rossoneri, con una grande prestazione nel primo tempo, si portarono sul 3-1 grazie alla punizione di Leonardo e alla doppietta di Shevchenko. Inutile la doppietta di Totti per la Roma. I giallorossi seppero rialzarsi e da quella partita in poi vinsero 7 gare di fila e persero solo un’altra volta nelle successive 19 giornate, dando la spallata decisiva al campionato. Anche in quella stagione, trionfante per la Roma, i lupacchiotti incontrarono difficoltà negli scontri diretti riuscendo a vincere solo il derby d’andata contro la Lazio, pareggiando entrambe le sfide con la Juventus e perdendo a San Siro sia con l’Inter che con il Milan. La vera forza di quella squadra era però la costanze contro le squadre di medio basso livello. Se Di Francesco riuscirà a convincere i suoi giocatori a ripartire dall’ultima mezz’ora dello Stadium nulla è ancora perduto. Se lo dice Don Fabio c’è da credergli.