Roma, l'occasione storica di Mourinho: vincere due coppe di fila in Europa
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Roma, l’occasione storica di Mourinho: vincere due coppe di fila in Europa

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Tutto sulla possibile impresa di José Mourinho, allenatore della Roma, prima della finale di Europa League

Ad ogni stagione, Mourinho una finale se la gioca. Anzi, è giusto dire che una è la quantità minima, perché ci sono stati anni dove di gare che decidono l’assegnazione del trofeo ne ha vissute parecchie, per un totale di 26. A cominciare da quell’incredibile 2004 col Porto, dove trionfa nella prima delle sue due Champions League, dopo avere perso altre tre possibilità: la Supercoppa europea, la Supercoppa portoghese e la coppa nazionale.
Per un mister con una così forte cultura e pratica dell’affermazione, arrivare all’ultimo atto non è certamente sufficiente. Alla Roma potrebbe regalare un’impresa francamente impensabile al suo arrivo, regalando una dimensione internazionale e anche una partecipazione alla prossima Champions League. E pure per lui, sarebbe la prima volta che metterebbe in fila due vittorie in Europa.
Per alimentare ancor più speranze per l’appuntamento di Budapest, può essere interessante andare a vedere come il fil-rouge della carriera dello Special One sia proprio quello di andare a ripetere successi e non solo approdi alla finali con lo stesso club in anni diversi. Partendo da una condizione che è doveroso ricordare e che può anche essere preoccupante: è abitudine di José vincere e andarsene via. Lasciando così un grande ricordo di sé, il capolavoro assoluto, astenendosi dal proseguire la sequenza virtuosa con lo stesso club. É successo col Porto col Porto, con l’Inter e con il Chelsea: un po’ troppi esempi per pensare che sia solo un caso e non un preciso modo di intendere la sua professione.

Vittorie consecutive dicevamo. «Se avessi voluto un lavoro facile sarei rimasto al Porto con una bellissima sedia blu, una Champions in bacheca, Dio e dopo Dio il sottoscritto». É una delle frasi di Mourinho che spiegano il passaggio al Chelsea da campione d’Europa con i lusitani. É l’inizio di una nuova avventura, la sua consacrazione a personaggio globale: in Inghilterra fa il suo esordio nel 2004-05 e per 3 anni di fila colleziona coppe: la Coppa di Lega al debutto, la Supercoppa inglese al secondo anno, la FA Cup e un’altra Coppa di Lega al terzo. Attenzione a un dettaglio: sono competizioni tutte nazionali. All’Inter fa meglio, perciò: nel 2009 Supercoppa italiana, l’anno dopo aggiunge Coppa Italia e il 2-0 targato Milito sul Bayern in Champions League, per poi andare al Real Madrid e portare in bacheca la Coppa di Spagna. Un altro attestato di continuità lo registra con due club diversi nuovamente della Premier: Coppa di Lega col Chelsea nel 2014-15 (un’abitudine); stesso trofeo la stagione successiva ma con il Manchester United, con Supercoppa inglese ed Europa League.