2014
The Sacked One
David Moyes, il parallelo con Ferguson e l’esonero più clamoroso del 2013-14
THE SACKED ONE – L’ultima volta che il Manchester United ha cambiato un allenatore a stagione in corso ancora doveva nascere Leo Messi. Il 6 novembre 1986 dopo l’addio di Ron Atkinson è diventato coach dei Red Devils un certo Sir Alex Ferguson, del quale avrete sentito parlare qualche volta. Da quel giorno ad oggi solamente una persona si è seduta sulla panchina dell United, o meglio, da quel giorno fino a nove mesi fa. Si perché quell’Alex Ferguson aveva deciso di lasciare, ma prima aveva fatto il nome del suo successore. David Moyes. Biondo era e bello e di gentile aspetto, lo chiamavano The Chosen One perché era una sorta di delfino di Sir Alex, il candidato in pectore. Entrambi scozzesi, entrambi di Glasgow, entrambi provenienti da un club del quale avevano fatto le recenti fortune, Aberdeen o Everton che fosse. Eppure qualcosa è andato storto perché oggi, 22 aprile 2014, David Moyes da The Chosen One è diventato The Sacked One. L’esonerato, come non accadeva da decadi tra i rossi mancuniani.
AUGURI DAVID – Moyes non ha festeggiato né una buona Pasqua né festeggerà un buon compleanno questo venerdì perché la sconfitta di domenica, la numero undici in campionato, gli è costata il posto di lavoro. Mai da quando la Premier League si chiama così il Manchester United era caduto così in basso e mai in questo periodo aveva esonerato un allenatore, ma per questo basta conoscere un minimo di storia del calcio e si sa già il perché. Cinquantasette punti in trentaquattro partite, settimo posto solitario in classifica e nessuna speranza di poter raddrizzare la stagione nelle coppe: un mix letale per Moyes, che adesso dovrà trovarsi un’altra squadra. Non è stato un cammino per niente facile, e provateci voi a venire dopo Ferguson, uno che ha vinto praticamente tutto e forse dire così è pure riduttivo. Ferguson ha fatto rinascere il Manchester United, Moyes in una stagione lo ha portato addirittura fuori dall’Europa (cosa praticamente certa se l’Hull City vincerà la FA Cup) come non accadeva dal 1990-91. Aspettate un attimo, chi era a quei tempi l’allenatore del Man Utd? Semplice, Ferguson.
NON CI SONO PARAGONI – Sì perché i paragoni si sono sprecati tra Ferguson e Moyes in questa stagione, come se bastasse qualche corso e ricorso storico per far sì che il Manchester United potesse risalire un giorno la classifica. Sir Alex prese lo United che praticamente era in coma irreversibile e gli servirono ben tre anni e mezzo per vincere il suo primo trofeo. «Anche Ferguson ha impiegato parecchio prima di vincere» era la scusa che serpeggiava dalle parti di Old Trafford fino a quando non sembrava ormai certo che il Manchester del primo Ferguson era davvero tutt’altra cosa a questo Manchester di Moyes. Innanzitutto vale al pena sottolineare che Sir Alex in patria aveva vinto già molti trofei, inclusa una Coppa delle Coppe. Poi va detto che la versione 1986 dei Red Devils annoverava perlopiù giocatori mediocri, con qualche punta di talento in Bryan Robson o Gordon Strachan, tutt’altra cosa rispetto alla rosa 2013-14 che, vale la pena ricordarlo, senza particolari cessioni è la stessa dell’anno scorso, quando sempre Ferguson ha ammazzato la Premier League. Da quando è nata la Premier League solamente una squadra ha vinto il campionato e poi l’anno dopo ha perso così tante posizioni, è stato il Blackburn Rovers nel 1995-96 che curiosamente arrivò settimo (il titolo lo vinse lo United, ovviamente).
REVOLUTION – E i tifosi del Manchester, cosa dicono? Da qualche partita a questa parte il signor Moyes era persona non grata dalle parti di Old Trafford, un po’ come Lars Von Trier a Cannes. I fan dei diavoli rossi non sopportavano l’idea di poter finire dietro a tutte queste squadre, proprio nell’anno in cui Fergie ha detto stop, proprio nell’anno in cui gli odiati rivali del Liverpool sono primi e giocano un calcio sopraffino. Le altre in estate si sono rinforzate, hanno cambiato filosofia di gioco mentre il Manchester United non ha saputo rivoluzionarsi: via Ferguson, via tutti. E invece no, via Ferguson, dentro Moyes e giochiamo a far finta di fare calciomercato. Sono arrivati Fellaini in estate e Mata in inverno: il primo è stato un fantasma che non ha mai ripetuto le gesta di Goodison Park e si è messo in mostra per i suoi colpi di testa sghembi e fuori tempo, mentre il secondo ha incantato a sprazzi finendo risucchiato dall’annata patetica dei Red Devils. Non c’è più Scholes ma non può essere un alibi, il Manchester United è vecchio e quei giocatori dai quali Ferguson ha tratto il meglio adesso corrono il rischio di passare per sopravvalutati storici. E non basta aver tirato fuori la pepita Januzaj.
WAITING FOR GODOT – Eppure bastava aspettare, forse non quest’anno ma il prossimo qualche trofeo sarebbe arrivato. Dov’è finito il niente esoneri, siamo inglesi che ha fatto le fortune delle società anglosassoni? Colpa di una piazza in subbuglio, di un cambio repentino di mentalità e della fame di vittoria di un club tra i più titolati dell’ultimo quarto di secolo: Moyes ha pagato colpe sue ma anche dirigenziali, visto che non è stata dimostrata pazienza nei suoi confronti e un esonero a tre giornate dalla fine con poco o niente da giocarsi è veramente uno smacco e una trovata che solamente certe società italiane potevano tirar fuori. Se non vinci tutto e subito sei esonerato, non importa se Ferguson ci ha messo tre anni, sette per la Premier. L’ingordigia dei dirigenti United ha avuto la meglio, e allora cosa dovrebbe dire Wenger che se perdesse la finale di FA Cup con l’Hull City ne avrebbe passate di tutte da sette anni a questa parte? Forse bastava aspettare davvero, serviva fiducia e un calciomercato nuovo e oculato, con tutti i “vecchi” in scadenza di contratto. Perché Moyes non è un incapace, non sarà il nuovo Busby ma comunque qualità ne ha. E invece no, The Chosen One è diventato The Sacked One, e al Manchester va bene così.