2014
TOP 5 Dalla gioia al tracollo: cinque finali perse in maniera assurda (VIDEO)
Non c’è gioia più grande per un tifoso di una vittoria in rimonta: vincere grazie al poker della propria squadra del cuore, ad esempio, non suscita la stessa emozione di una sfida sofferta, poi riacciuffata ed, infine, conquistata. Nel passaggio dalla cocente delusione alla gioia esplosiva potremmo individuare una delle grandi bellezze dello sport. Ma per ogni tifoso festante ce n’è sempre d’altra parte uno che soffre atrocemente. La storia del calcio offre diversi esempi di partite, nello specifico finali, perse in maniera assurda ed io ve ne propongo cinque.
MANCHESTER UNITED-BAYERN MONACO (1999): Visto che la schiacciante vittoria del Real Madrid sul Bayern Monaco quest’anno in Champions League ha “normalizzato” il club bavarese, rievochiamo, impietosamente per loro, una delusione ancora più bruciante: quella della sconfitta nella finale di Champions League 1998/99 contro il Manchester United. Sì, c’era un tempo in cui i Red Devils predicavano calcio ed è del resto il periodo nel quale c’era Sir Alex Ferguson al “microfono”. In una figurativa scala di sofferenza nelle rimonte, quelle subite nei minuti finali sono al primo posto: difficile immedesimarsi nei panni della squadra di Ottmar Hitzfeld, che stava vincendo 1-0 grazie alla rete al 5’ del centrocampista Mario Basler. Due traverse per i tedeschi dopo il vantaggio e poi nel giro di tre minuti, quelli tra l’altro di recupero, Teddy Sheringham e Ole Solskjaer hanno cambiato l’epilogo della partita.
LIVERPOOL-DEPORTIVO ALAVES (2001): Se esistesse un libro di rimonte, il Liverpool meriterebbe sicuramente un capitolo tutto per sé. Durante la finale di Coppa Uefa 2000/01 un giovane Steven Gerrard, all’epoca 21enne, timbrava al 16’ il tabellino dei marcatori in una sfida, quella contro il Deportivo Alaves, che sembrava in cassaforte. 2-0 per i Reds, poi il primo campanellino d’allarme: gol di Ivan Alonso. Ci pensa Gary McAllister su rigore a ribadire la superiorità, ma Javi Moreno (non il fantasma che poi abbiamo visto nel Milan) in tre minuti pareggia i conti con una doppietta. Fowler, entrato da nove minuti, al 73’ fa esplodere di gioia la zona “rossa” del Westfalenstadion di Dortmund. Finita qui? Macché: Jordi Cruijff, figlio dello storico fuoriclasse, ad un minuto dal 90’ rimette in gioco gli spagnoli. Tutto rimandato ai tempi supplementari. Allora esisteva la tremenda regola del “Golden Gol”: chi si prese la gioia di decretare la gioia della propria squadra? Nessuno, perché fu Delfi Geli al 117’ a condannare l’Alaves alla sconfitta con un colpo di testa nella propria porta dopo un calcio di punizione di McAllister, che consegnò il Triplete nelle mani di Gérard Houllier.
LIVERPOOL-MILAN (2005): A proposito di Liverpool, come non tirare in ballo la storica finale di Champions League 2004/05 di Istanbul? Il torto in questo caso lo facciamo ai tifosi del Milan, che dopo un solo tempo cominciarono a tirar fuori lo spumante. Spumante che, per la cronaca, fu poi riposto in frigo per occasioni migliori, dato che un più maturo Steven Gerrard insieme a Vladimir Smicer e Xabi Alonso in sei minuti risposero al gol di Paolo Maldini e alla doppietta di Hernan Crespo. Riecco il tormento dei supplementari, nei quali Jerzy Dudek si mette in mostra, parando un tiro ravvicinato di Shevchenko. Si passa alla “lotteria” dei rigori, dove l’estremo difensore dei Reds sale in cattedra: l’attaccante ucraino dopo Serginho e Andrea Pirlo sbaglia il tiro dal dischetto e consegna la coppa dalle grandi orecchie alla squadra di Rafael Benitez.
BAYER LEVERKUSEN-ESPANYOL (1988): Ovvero come è possibile gettare alle ortiche un risultato perfetto. Siamo nella Coppa Uefa 19987/88, quando non si disputava la finale a gara unica, ma con due partite. L’Espanyol si assicura quella di andata con una doppietta di Sebastian Losada e Miquel Soler, che, poi, nella gara di ritorno mandano le rispettive brutte copie insieme a quelle dei compagni, perché Tita, Falko Götz e Cha Bum-Kun rilanciano il Bayer Leverkusen, che, carico psicologicamente, ha la meglio poi ai rigori, dove sono addirittura in tre per gli spagnoli a fallire dal dischetto.
INTER-SCHALKE 04 (1997): A proposito di doppie finali e di club meneghini sconfitti assurdamente, ecco l’edizione 1996/97 della Coppa Uefa, dopo la quale l’Inter riuscì a rifarsi ai danni della Lazio. Restiamo, però, al maggio 1997 ed in particolare alla vittoria nella gara di andata dello Schalke 04 per il gol di Wilmots. Un risultato che all’epoca fece scalpore, dato che la squadra di Roy Hodgson era accreditata per il successo. A San Siro il gol di Ivan Zamorano all’84’ illuse i tifosi nerazzurri, perché lo stesso attaccante cileno, che aveva rimesso in gioco l’Inter, sbagliò insieme a Winter il tiro dal dischetto. A far notizia quel giorno fu, però, Javier Zanetti, che conosciamo anche per aplomb: in quell’occasione, però, colui che sarebbe diventato il capitano nerazzurro fu tirato fuori nei minuti finali dei tempi regolamentari dall’allenatore inglese, contro cui reagì rabbiosamente e con un atteggiamento polemico, sedato poi dai compagni e archiviato con una stretta di mano ed un abbraccio a fine partita.