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Valerio Staffelli: «Balotelli è stato il Tapiro più difficile»

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Con 27 edizioni da inviato di Striscia la notizia, Valerio Staffelli ha inventato un vero culto televisivo con la consegna del Tapiro d’oro ai personaggi del momento che non hanno compiuto qualcosa di positivo. Ne ha consegnati più di 1300 e si è raccontato in un’intervista al Corriere della Sera. Il calcio, con i suoi tanti eroi e la innumerevoli situazioni, entra fortemente nel suo lavoro.

IL TAPIRO PIU’ DIFFICILE – «A Balotelli in Gran Bretagna. Già la guida a sinistra aveva capovolto le cose, poi lui andava alla velocità della luce con una macchina tutta mimetica, ogni volta che usciva dall’allenamento facevo delle corse pazze per raggiungerlo. Poi però riuscimmo a “premiarlo” in un ristorante cinese di Manchester. Ovviamente con rissa finale, ma non tanto con Mario e i suoi amici, quanto con i cinesi del locale che non avevano capito cosa stesse succedendo».

SPORTIVI – «Il più sportivo è stato Ibra, molto ironico. Il più simpatico senza dubbio Antonio Cassano. Il più rosicone Maldini sia da calciatore sia da ex».

ESAGERATO – «Molestie? Facciamo satira, insinuiamo il dubbio, non arriviamo con la verità in tasca, scherziamo su quello che la gente combina nella vita, tutto qui».

ABATANTUONO – «Diego è mio fratello maggiore, ho passato i primi anni di questo lavoro con lui, prodigo di consigli, è una bella persona dalla testa ai piedi. Ama mangiare e bere bene come me e filosofeggia ironicamente sulle stranezze di chi ci circonda, una serata con lui è sempre top».

DA COSA DIPENDE LA SUA FACCIA TOSTA – «Dalle mie origini partenopee, sono mezzosangue napoletano, da parte di padre; quella è la ricetta».

INCUBO – «Arrivare vicino a un attapirato e non avere il Tapiro nella borsa. Accadde veramente, me la cavai con un consiglio di Ricci che mi disse: “Disegnalo su un foglio, vedrai che andrà bene lo stesso”. E così fu».