Milan, il governo cinese irritato con Yonghong Lì - Calcio News 24
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Milan: autorità cinesi irritate con Yonghong Lì, ecco la motivazione

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Milan: difficoltà per Yonghong Lì, ancora alla ricerca di nuovi soci in Cina per poter rientrare dagli investimenti. Le autorità locali però non vedrebbero di buon occhio il nuovo presidente rossonero: ecco perché

Se una parte di Milano sorride, l’altra non tanto. In vista di Inter-Milan, sono quasi opposte le situazioni delle due squadre, un po’ come lo erano già state in estate. Eppure, riporta stamane il Corriere della Sera, c’è molto di più. Mentre i rossoneri spendevano tanto, i nerazzurri durante la sessione estiva razionalizzavano. Nonostante questo mentre l’Inter godrebbe di una condizione societaria tutto sommato ottimale, con la possibilità concreta che il governo cinese riveda le proprie posizioni (leggi anche: Inter, il governo cinese pronto a rivedere le proprie posizioni), sarebbe invece il Milan ad essere in difficoltà. Yonghong Lì sarebbe alla ricerca di altri soci (sempre sul mercato orientale) nell’attesa di rientrare dal prestito di Elliot: molto dipenderà dal congresso del partito comunista cinese il prossimo 18 ottobre. Dovesse essere ammorbidita la linea delle autorità, così come sembra, ci sarebbe forse spazio per l’arrivo di nuovi e freschi capitali.

Il punto però è un altro, spiegano oggi i retroscena… Lo stesso governo cinese non vedrebbe molto di buon occhio Yonghong Lì e la sua squadra. Al di là delle diffidenze normalmente legate agli investitori cinesi che scelgono di comprare all’estero, agli alti funzionari del governo non sarebbero piaciute le esternazioni del neo-presidente dei rossoneri quando, proprio sulla deadline, acquistò qualche mese fa il Milan da Silvio Berlusconi. Per giustificare il proprio ritardo Lì tirò in ballo i controlli sui capitali effettuati proprio delle stesse autorità cinesi prima dell’acquisto. Ecco, il governo non avrebbe davvero gradito la superficialità con la quale Yonghong avrebbe spiattellato in pubblico quelle che in realtà sono pratiche mai messe in piazza ufficialmente dalle autorità locali.