Alla fine l’Italia più bella - Calcio News 24
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2015

Alla fine l’Italia più bella

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Italia in opposizione alla sua storia: ha sempre sottovalutato questo tipo di impegni ed invece… Conte

Non vi fate ingannare dal risultato: il 2-1 non esprime neanche parte del dominio manifestato per l’intero arco della partita dall’Italia. Sotto nel primo tempo con l’unico tiro in porta subito, la rete di Tettey è stata prima raggiunta dalla firma dell’idolo di casa Florenzi e poi superata dal bel diagonale di Pellè ispirato dal centrocampista giallorosso in un vero e proprio stato di grazia.

NORVEGIA CHIAMATA A VINCERE – La novità più gradita arriva sotto il profilo psicologico: la situazione in cui si disputava la gara dell’Olimpico vedeva la nazionale italiana già qualificata ad Euro 2016 e la Norvegia costretta a vincere – in concomitanza della più che probabile vittoria esterna della Croazia sul campo di Malta puntualmente verificatasi – per accedere in Francia dalla porta principale ed evitare la pericolosa trafila degli spareggi. L’Italia, storicamente, sottovaluta questo genere di impegni: quando la posta in palio è puramente simbolica la tensione viene meno. Ed invece la straripante intensità messa in campo dagli uomini di Conte – va ribadito, per novanta minuti e recupero – è probabilmente il biglietto da visita più indicativo del nuovo corso: con il tecnico pugliese non si scherza, non sono consentiti passaggi a vuoto ed i frutti iniziano a vedersi.

IL LIVELLO DELLA PRESTAZIONE – Ma non c’è solo questo: l’Italia vista in campo ieri a Roma è squadra che sa mutare lo spartito tattico senza venir meno alla sua idea calcistica. Che come dimostra il brillante triennio vissuto da Antonio Conte alla guida della Juventus è quella di aggredire l’avversario per logorarlo ai fianchi sul medio periodo e finire per dominarlo. L’impianto a tre punte (e Candreva) ha funzionato in Azerbaigian, ieri è andato a gonfie vele l’originario 3-5-2  che ha dato i natali all’era Conte: eccellente il presidio sulle corsie laterali inscenato da Darmian e De Sciglio (papabili titolari in Francia), il centrocampista Alessandro Florenzi si esalta negli spazi ma si è tremendamente completato palla al piede, contribuendo non poco alla costruzione del gioco. Lì dove il fischiato Montolivo non ha affatto demeritato: gioca a due tocchi e con entrambi i piedi, se si dimostrerà in grado di disputare una stagione con continuità non sarà da sottovalutare il suo apporto qualitativo.

LA SFIDA DI CONTE – E’ quella del talento: l’ingresso in campo di Giovinco non ha stravolto il copione della gara perché l’Italia ha dominato la Norvegia dal primo all’ultimo minuto ma ne ha senz’altro radicalmente mutato il volto offensivo. L’esperienza statunitense ha rilanciato le quotazioni della Formica Atomica – che ben farebbe a ritornare in Europa – ed è il suo talento, sommato a quello dei vari Insigne, El Shaarawy, e perché no Berardi e Gabbiadini a dover essere inserito nella macchina senza che questa subisca alcunché in termini di tenuta. E’ una sfida tutt’altro che agevole ed immediata, a maggior ragione considerando il lavoro di un commissario tecnico che va doverosamente differenziato da quello praticabile quotidianamente da un allenatore di club: ma la grande partita italiana in Francia passerà da qui e chi se non uno dei migliori tecnici sul palcoscenico internazionale può vincerla?