Esclusiva, Ted Bee: "Italia, mi sei piaciuta. Milan, ecco cosa penso di te..." - Calcio News 24
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2012

Esclusiva, Ted Bee: “Italia, mi sei piaciuta. Milan, ecco cosa penso di te…”

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Tra le realtà emergenti più fresche dell’hip hop italiano, Ted Bee è uno dei rapper maggiormente conosciuti nel panorama italiano per i suoi testi impegnati, spesso al limite del poetico. Membro della Dogo Gang, Ted, uscito con “La Fine del Mondo” (Bullet Record), è anche un grande esperto di calcio.

Per parlare di questa sua passione per il pallone, Calcio News 24 lo ha contattato in esclusiva. Vediamo cosa ci ha detto…

Ciao Ted, innanzitutto come e quando nasce il tuo amore per questo sport?

Amo il calcio sin da quando sono bambino. E’ stato il mio primo gioco, forse l’unico. Non mi sono mai appassionato né ai soldatini, né alle carte, né ai videogiochi. Sempre e solo calcio! Ricordo che da piccolo giocavo in cortile. Erano gli anni degli olandesi e il mio idolo era Van Basten. Per questo ero solito vestirmi completamente d’arancione e fare le prime partitelle con gli altri bambini, ma anche con ragazzi più grandi di me, in cortile, a scuola o all’oratorio. Il mio sogno era fare il calciatore! 

Lo hai mai praticato a livello agonistico?

Ho avuto una discreta carriera a livello giovanile. Nel mio quartiere c’erano ragazzi molto forti e nei pulcini, con una squadra dell’oratorio, siamo addirittura riusciti a vincere un campionato regionale contro società molto più organizzate e selettive. Da bambino giocavo come prima punta, segnavo molto, poi col tempo ho scoperto che il mio ruolo naturale era il difensore centrale, perché ero tatticamente molto intelligente e avevo un fisico prestante. Se ero in forma non ce n’era davvero per nessuno! Molte squadre mi hanno cercato, ma i miei genitori, a ragione, hanno sempre preferito che andassi avanti a studiare. Poi verso i 15-16 anni ho deciso di mollare io, pensando che “sfondare” nella musica potesse essere per me più semplice. Perché io sono così. O sono il numero uno o una cosa non mi piace!  

Per che squadra tifi? 

Ovviamente per il Milan! 

Europeo finito con un sonoro 4-0 da parte dei maestri spagnoli. Ti è piaciuta la formazione di Prandelli durante questa avventura europea?

Devo dire la verità. All’inizio ero molto scettico perché sulla carta era probabilmente la Nazionale meno quotata da USA ’94 a oggi, ovvero da quando ho i primi ricordi calcistici. Paradossalmente, però, seguendo l’Europeo, ho notato che mai, nemmeno nel 2006, c’è stata un’Italia con una mentalità così offensiva, con la stessa volontà di imporre il proprio gioco, a prescindere dall’avversario. Croce e delizia, perché questa stessa spregiudicatezza l’abbiamo pagata in finale. Comunque nel complesso sono più che soddisfatto. Non mi sarei mai aspettato di raggiungere la finale e il progetto di Prandelli mi sembra una boccata d’aria fresca che certamente darà i suoi frutti in futuro.  

Perchè secondo te gli italiani manifestano una forte identità nazionale in occasioni come Europei e/o Mondiali ?

Devo essere sincero. Questo non è una delle caratteristiche del mio Paese che mi facciano più impazzire. Ne ho fatto riferimento anche qua e là in qualche testo. Penso che quando una Nazione sia vuota di contenuti, si attacchi alle forme. Non è sostenendo la Nazionale di calcio, sventolando una bandiera o cantando l’inno che si dimostra di essere veri patrioti. Non sto a farti noiose divagazioni storiche, anche perché ai lettori non interesserebbero, ma il calcio nella società italiana ha sempre avuto un peso determinante. Non è un caso che questo senso di unità nazionale, a cui giustamente alludevi, non si ravvisa in altri sport, o si verifica al massimo per campioni che diventano in circostanze particolari simboli di “italianità”, un po’ come Pantani o Valentino Rossi.  

Chi è secondo te il calciatore più hip-hop del campionato italiano di Serie A e perché?

Risponderti Balotelli, Cassano o Ibra sarebbe troppo banale. Io ti dico Salvatore Soviero. Anche Sculli comunque non scherza. Lui poi viene dal ghetto. 

Giugno, Luglio e Agosto sono mesi prettamente da calciomercato. Nel mondo hip-hop esiste una sorta di ‘fantamercato’ dei rapper?

In un periodo così felice per il rap è normale che le case discografiche si diano battaglia per accaparrarsi il rapper più talentuoso. Di questi tempi ogni giorno escono nuove giovani promesse dal “vivaio” del rap. Questo in un certo senso può essere considerato una sorta di “fantamercato” del rap, anche perché spesso i meccanismi sono simili a quelli del calcio.  

Il collega o i colleghi del mondo hip-hop che se la cavano bene con il pallone?

Ho provato a giocare con molti rapper. Con Jake La Furia ad esempio ho fatto addirittura un torneo di calcetto e comunque spesso giocavamo a notte fonda nei campetti di via Dezza. Quanti ricordi! Lui ha dei piedi sopraffini, purtroppo proprio non corre. E’ un pò il Cassano della Gang. Anche Don Joe è molto bravo e infatti ha anche avuto una discreta carriera a livello agonistico. Ma tra i rapper italiani, almeno a giocare a calcio, il più forte sono indubbiamente io.

Dicci un po’ la tua opinione sul mercato del Milan.

Se Ibra rimarrà o meno non te lo so dire. Del mercato della mia squadra non mi piace la mancanza di un concreto progetto a lungo termine. È vero anche che il Milan non ha mai portato avanti grandi progetti, ma ha vinto quando ha fatto grandi investimenti e ora che la situazione economica della società è in calo il mercato ne risente. Se fosse per me abbandonerei per qualche anno la mentalità per cui bisogna vincere a tutti i costi per cercare di riaprire un ciclo più duraturo nelle prossime stagioni. Tre punti per me sono fondamentali: credere di più nel settore giovanile, aprire il club ai tifosi come fanno già Barcellona e Real Madrid e costruire uno stadio di proprietà. In questo senso non si può riconoscere il buon lavoro che sta facendo la Juventus. Inoltre penso che sia l’ora di mettere un freno alle piste mercenarie dei campioni di turno, visto che accade spesso, come ha detto il grande Costacurta, che questi “fuoriclasse” non comprendano il valore della maglia che indossano.

Nel tuo ultimo lavoro, “La Fìne del mondo”, uscito per Bullet Record, rielabori in chiave rap sette opere letterarie più o meno famose degli ultimi duemila anni di storia. Se dovessi indicarci un libro che tratta il gioco più bello al mondo, quale consiglieresti ai nostri lettori?

Il calcio e la letteratura hanno secondo me una caratteristica comune, ovvero quella di essere due grandi rappresentazioni della vita. Nota è la citazione di Pasolini secondo cui il calcio sarebbe “l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”, anche se molto probabilmente oggi non la penserebbe più così. Mi piace il calcio e il suo racconto in chiave epica. Per questo uno dei miei programmi sportivi preferiti è “Sfide”. Per quanto riguarda le letture, immortali sono i libri di Osvaldo Soriano. Consiglio a tutti di leggere la sua cronaca del celebre “Maracanaco”, di cui esiste anche un’interpretazione di Toni Servillo che non credo sia difficile da recuperare. Da pelle d’oca.

L’estate calcistica italiana è investita ancora dalle vicende dell’inchiesta Last Bet legata al calcioscommesse. Qual è la tua posizione in merito a questa triste piaga del calcio nostrano?

Non sono un qualunquista di quelli che dicono che il calcio andrebbe fermato per qualche anno, perché non servirebbe a nulla. Nel calcio si riflettono le contraddizioni e le piaghe presenti nella società italiana, a tutti i livelli. Chiaramente nel calcio, come nella politica o nella grande industria, gli interessi e il business sono maggiori, quindi il livello di corruzione, ruberie e disonestà aumenta di conseguenza. Ti parlerò come un cattolico bigotto. C’è bisogno davvero di più moralità e cultura sportiva. I calciatori dovrebbero capire che in un momento come questo, in cui moltissimi spettatori del calcio perdono il lavoro e hanno magari una famiglia a carico, discutere di milioni di euro come fossero noccioline è davvero fuori luogo. Quest’anno hanno dato l’addio gente come Gattuso, Inzaghi, Del Piero e Nesta. Uomini, prima che calciatori, ineccepibili. Senza esempi del genere è molto più difficile per i giovani calciatori entrare nel mondo professionistico senza farsi condizionare negativamente da realtà che hanno poco a che fare con lo sport.  

Per concludere, nuova domanda dal lato musicale. In una delle ultime interviste rilasciate per Hano.it, hai detto che un nuovo lavoro discografico è in fase embrionale. Puoi dirci qualcosa di più in merito?

Fra qualche settimana uscirà il mio nuovo singolo con un video. Si tratta di un pezzo molto fresco, dall’atmosfera decisamente estiva. Ho cercato di sperimentare molto, soprattutto dal punto di vista musicale. Vedrete per l’ennesima volta un altro Ted. Sento sempre il bisogno di rinnovarmi ed evolvermi, non riesco proprio a stare fermo! Per quanto riguarda progetti a lungo termine, mi piacerebbe essere sempre presente sulla scena uscendo di tanto in tanto con singoli potenti e street video, quindi al momento non ho in progetto di lavorare ad un progetto impegnativo come un disco.

Grazie Ted per questa bella chiacchierata ed un saluto dai lettori di Calcionews24.com! A presto!