Juventus, Marotta: «Pogba resta, Dybala ci interessa» - Calcio News 24
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2015

Juventus, Marotta: «Pogba resta, Dybala ci interessa»

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L’ad della Juventus ha rilasciato una lunga intervista, in cui ha parlato anche di Conte, Allegri e di Tevez

«Non pensavo finisse così, ma che potessimo lottare per traguardi importanti sicuramente sì, perchè abbiamo un grande orgoglio: c’erano grandi motivazioni in noi e nei giocatori. Con un sano realismo, avrei detto che avremmo lottato sino alla fine di sicuro». Esordisce così Beppe Marotta, ad della Juventus, ai microfoni di Radio Anch’io Sport, parlando del passaggio di consegne tra Antonio Conte e Massimiliano Allegri. L’attuale allenatore della Juventus gode però di tanta considerazione da parte di Marotta, che alla radio ha parlato di tanti temi. 

PROGRAMMAZIONE – Marotta ha proseguito parlando ancora di Conte ed Allegri, e di quello che significa avere una società solida alle spalle: «Nella mia esperienza ho sempre visto che accanto la squadra che scende in campo c’è la società. La storia della Juventus insegna questo: passano i dirigenti, i giocatori, gli allenatori, ma la società resta». 

SEMIFINALE – Inevitabile non parlare della semifinale di Champions League contro il Real Madrid: «E’ un bello sport per il calcio italiano, quello di essere protagonisti in una competizione che ha visto le italiane arrivare in finale e vincere. E’ un’occasione che vogliamo cogliere, pur sapendo che di fronte abbiamo tre corazzate che hanno dettato legge a livello nazionale e mondiale, ma noi ce la vogliamo giocare: abbiamo tanta voglia di fare bene». 

ANCORA – Ancora su Conte e Allegri: «Di base ogni allenatore ha delle sue peculiarità. Se dobbiamo analizzare le caratteristiche professionali e umane di Conte e Allegri troveremmo due profili differenti. Ma entrambi sono due ottimi professionisti, hanno due modi differenti ma ottimi di gestione del gruppo. Al di là degli atteggiamenti tattici, però, bisogna sapersi relazionare nel modo migliore per ottenere il massimo, quando ti trovi davanti un gruppo del genere. Il modo di Conte era un po’ più duro, quello di Allegri meno, ma entrambi sono riusciti a vincere».

LA SERIE A – Sul campionato nostrano, Marotta si esprime così: «Oggi il gap tra il calcio italiano ed il resto del calcio europeo è notevole. Noi quindici anni fa eravamo l’El Dorado del calcio, ed eravamo la massima espressione in termini economici. Negli ultimi dieci anni c’è stato un calo clamoroso, e questo dice tanto sull’immobilismo nel calcio. Come squadra noi ci collochiamo in una posizione interlocutoria. Contiamo sullo Juventus Stadium ma anche su altre risorse che arricchiscono il nostro fatturato. Dal punto di vista imprenditoriale la Juventus ha investito, e può raccogliere i frutti a medio termine».

POGBA – Una domanda anche su Paul Pogba: «Tutta la società vuole godersi questo momento celebrativo, di uno scudetto importante. Non stiamo pensando più di tanto al futuro. Ritengo che le vittorie sono frutto di un valore di gruppo, anche se i campioni contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi. Pogba ha avuto un infortunio ma la squadra ha vinto lo stesso. Detto questo è un grandissimo campione, è il giovane migliore in circolazione nel mondo: la Juventus è un grande club, non siamo abituati a vendere. Nella nostra storia abbiamo fatto solo delle rare cessioni eccellenti. Ad oggi il nostro potere non è pari a quello di altri club, come sempre la volontà del giocatore è importante, ma al momento Paul non ha manifestato l’intenzione di lasciarci».

E TEVEZ? – Invece su Tevez: «Per Tevez il discorso è diverso. Ha un solo anno di contratto e ha nostalgia del suo Paese. Con noi ha fatto benissimo, tante presenze, ha dato un gran contributo e ha goduto delle sue prestazioni in modo straordinario, e questo la dice lunga sulla leadership e sulla voglia di rimanere. Anche qua non esistono i presupposti perchè si possa interrompere il contratto anticipatamente». 

GIOVANI – Sui giovani: «Abbiamo circa 70 giocatori in prestito. Abbiamo un giocatore del 1994 come Rugani che ha fatto un campionato eccellente nell’Empoli, poi non dimentichiamo Mattiello, che stava giocando benissimo e si è infortunato. Ci vuole anche un po’ di cautela perchè i giovani devono confermarsi nel tempo ma inserire qualche giovane in prima squadra è un nostro obiettivo». 

SACRIFICI – Sul cammino della Juventus: «Il livello qualitativo del nostro calcio è diminuito negli anni, ed è un dato oggettivo. Ma a livello europeo siamo tra le prime quattro società, e abbiamo dunque qualche merito. Ci siamo arrivati tramite le vittorie, un percorso faticoso dove le qualità della squadra sono emerse, e penso vada riconosciuto il giusto merito alla squadra. Il calcio italiano è in difficoltà da qualche anno e quindi ne risente. Oggi la Serie A rischia di essere un campionato di transizione, dove i giovani arrivano ma guardano altrove. Questo è un dato rilevante che va a scapito di una certa qualità». 

DYBALA – Si parla anche di Dybala, attaccante del Palermo: «Noi come obiettivo abbiamo la vittoria, e non si ottiene solo con i giovani: è giusto mixarla con un po’ di esperienza. Nel nostro dna abbiamo la voglia di sviluppare e valorizzare i giovani. All’interno del gruppo ci sono già dei giovani, come Morata e Coman: vogliamo continuare così, pensando anche a chi è in prestito. Dybala è un profilo interessante, con Zamparini ci siamo incontrati, e ad oggi sussistono delle distanze a livello economico, ma è giusto così». 

FATTURATO – Marotta parla anche del fatturato: «Andrea Agnelli ha rappresentato un gran senso di appartenenza, ma è anche preparato, molto conosciuto nel calcio, e con una spiccata propulsione verso la parte commerciale. Ha creato un livello vincente, e questo significa poter sfruttare al massimo le risorse a disposizione della società, come lo stadio. Dobbiamo incrementare ancora il nostro fatturato, con anche gli accordi con gli sponsor». 

SCUDETTI – Si parla anche della querelle sugli scudetti: «Questa è una ferita ancora aperta, non del tutto rimarginata, c’è un contenzioso aperto e ci limitiamo a considerare gli scudetti vinti sul campo, che sono 33. Viviamo una situazione iniqua, la relazione di Palazzi era realistica e pesante, e solo per la prescrizione non ha comportato sanzioni diverse. Stiamo ancora aspettando sentenze precise, i nostri avvocati lavorano per far emergere la verità».