Rizzitelli e il derby: «Quel gol spinto in porta i tifosi»
Connect with us

Roma News

Rizzitelli e il derby eterno: «Quel gol lo spinsero in porta i tifosi. Quando arrivai mi ripetevano una data. A Mazzone dissero cose negative su di me»

Avatar di Redazione CalcioNews24

Published

on

rizzitelli

Rizzitelli e il derby eterno: le parole dell’ex attaccante giallorosso tra stracittadina con la Lazio e ricordi del passato nella Capitale

Un romanista d’adozione, ma con il cuore completamente immerso nella storia e nelle emozioni della Roma. La terza puntata di S.R.Q.R – Sono Romanisti E Quasi Romani, podcast di Radio Romanista, è dedicata a Ruggiero Rizzitelli, ex attaccante giallorosso capace di entrare nell’immaginario collettivo con un gol che ha segnato un’epoca: il pareggio nel derby contro la Lazio nella stagione 1991-92. Un racconto intenso, fatto di appartenenza, sacrificio e di un addio che ancora oggi brucia.

IL GOL NEL DERBY DEL ’91-92«Stavamo perdendo e in quei momenti ragionavo da tifoso e non da calciatore. Pensavo che se fossimo usciti sconfitti, i romanisti avrebbero passato settimane difficili con gli sfottò dei laziali. In quegli anni il derby era davvero molto sentito».

LA RETE SOTTO LA SUD«Haessler non fece un vero cross ma un campanile. Non so chi mi abbia dato la forza per staccare su Bergodi, che era molto più alto di me. Ho colpito la palla di testa, ma a spingerla in porta sono stati tutti i tifosi. Correndo sotto la Sud pensavo che l’indomani i nostri ragazzi sarebbero potuti uscire tranquilli per la città».

CAPIRE COS’È IL DERBY«Ero appena arrivato e durante il ritiro estivo i tifosi continuavano a ripetermi una data. Non capivo e chiesi spiegazioni a Sebino Nela. Mi rispose: “A Ruggè, è er derby”».

VIVERE IL DERBY DA ROMANO«Mi sono calato in quel clima anche grazie ai compagni, forse pure troppo. La settimana prima della Lazio mia moglie dormiva in un’altra stanza: di notte davo gomitate e calciavo come se dovessi tirare in porta. Era una pazzia, ma positiva».

LA ROTTURA CON MAZZONE«Quando arrivò Mazzone nel ’93-94 qualcuno gli disse cose negative su di me. Avevo problemi veri con lui, esplosi prima di un derby. Ero infortunato, avevo fatto di tutto per recuperare, ma alla rifinitura mi dissero che non ero convocato. Persi la testa e venni messo fuori rosa».

L’INTERVENTO DI SENSI«Il presidente Sensi ci convocò dicendo che l’unica cosa importante era la Roma. Io aspettavo quel momento da mesi. Tornai in gruppo, iniziammo a vincere e sfiorammo l’Uefa, ma a fine stagione il rapporto con l’allenatore era ormai impossibile».

L’ADDIO PIÙ DOLOROSO«Con Mazzone poi ci siamo chiariti, era simpaticissimo, ma quell’anno non volle capire. Andarmene da Roma è stata una coltellata che mi fa ancora male».

LEGGI ANCHE – Cessioni Roma, dalla Premier solo flop