Italia: Thiago Motta ed i misteri di Prandelli - Calcio News 24
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2013

Italia: Thiago Motta ed i misteri di Prandelli

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Richiamato il centrocampista del PSG, fuori Rossi: tra misteri e codici etici… “porquè?”

ONLY THE STUPID PEOPLE – C’è chi dice che soltanto gli stupidi non cambiano mai idea, anche a fronte di eventi che ti obbligherebbero a cambiarla forzatamente (avevo un amico convinto di essere fidanzato con una gran gnocca slava, fin quando quella gran gnocca non gli disse di chiamarsi Umberto, ma anche lì niente, lui le chiese: «Ma Umberto nel tuo paese sarebbe l’equivalente di Maria, vero?»). Ebbene, se così fosse, allora io sono uno stupido: voglio gridarlo al mondo meglio di come lo farebbe Calderoli ad un comizio politico. Sono uno stupido non perchè la mia fidanzata si chiama Umberto, ma perchè in quasi 4 anni di gestione Prandelli in Nazionale, io su di lui non ho cambiato per niente idea: per me Cesare resta un brocco (tecnicamente parlando) ed un moralista (poco tecnicamente parlando) e lo dico con tutto l’affetto che posso provare verso un uomo che sicuramente nel fare quello che fa, ci mette impegno e costanza.

ASINI E STALLONI – Per me, vedete, Prandelli non è un cavallo di razza: è un asino “dopato” dai media. Io ne ho visti di asini correre all’ippodrono e vi posso assicurare che qualche gara sono pure riusciti a vincerla, ma alla lunga sono finiti un po’ tutti sulla tavola di Giampiero Galeazzi, e tutto questo mentre Varenne ad oggi è diventato uno stallone da monta da fare invidia al più grande stallone da corsa che l’Italia abbia mai avuto: Rocco Siffredi.

MISTERO – L’altro giorno ho provato a chiamare Adam Kadmon, il tizio di “Mistero” su Italia 1, per provare a decifrare le ultime convocazioni azzurre. Tra una teoria del complotto, un possibile attacco alieno ed il fatto che in realtà Prandelli fosse Michael Jackson sotto mentite spoglie (ascoltando le sue conferenze al contrario, avrete il testo di “Smooth Criminal”), siamo arrivati alla conclusione che magari puoi spiegare i perchè dell’11 settembre, cosa sono quelle luci nel cielo di Marano a Napoli che roteano come dischi volanti anche quando non è Capodanno e di regola nessun boss di camorra spara proiettili in aria per festeggiare il nuovo anno, come i capelli di Zanetti riescano a restare perfettamente aderenti alla sua scatola cranica senza l’uso della vasellina, ma no, una spiegazione al perchè di Thiago Motta in Nazionale non c’è, non esiste.

THIAGO CHI? – E sì che Prandelli questo qui, che è italiano più o meno come può esserlo il mio paio di occhiali da sole made in China, con lenti fatte in USA e custodia fabbricata in India, l’aveva già convocato agli ultimi Europei. Riconoscerlo era facile anche per mia zia semi-cieca di 90 anni: i puntini azzurri che si muovevano velocemente da un punto all’altro dello schermo erano gli altri calciatori dell’Italia, quello fermo che guardava a destra e a sinistra alla ricerca di una fiaschetta, era lui. Poi però s’era ricreduto: Thiago Motta forse in Nazionale non c’azzeccava niente. Volendocela dire tutta non c’azzecca niente nemmeno al Paris Saint-Germain, ma questi sono problemi di Blanc (Jean-Claude, non Laurent, l’uomo che in Italia riuscì a farci passare Poulsen come più forte di Xabi Alonso, fu da allora che iniziammo a credere che l’IMU tutto sommato poteva pure esserci restituita, e l’IMU ai tempi manco c’era ancora). Io sinceramente, non vedendo più Thiago Motta in Nazionale, non so voi, ma ero più tranquillo, il mondo mi pareva più rosa, anche Umberto visto da una certa ottica, mi pareva meno… Umberto.

ODORE DI SANTITA’ – Invece no! Thiago Motta è vivo e lotta tra noi: eccolo di nuovo in Nazionale. A fare che? Questo l’anno scorso al PSG ha giocato meno partite di me al campionato di calcetto del liceo ed io al campionato di calcetto del liceo non fui manco invitato, i miei compagni me lo tennero nascosto perchè temevano potessi fare autogol provando una rabona. Alla fine niente, dobbiamo rassegnarci: Thiago Motta non sarà bravo, ma risponde in tutto e per tutto al codice etico di Prandelli. Innanzitutto non bestemmia, non va in discoteca, non ha rapporti sessuali da quando Di Biagio la sparò sulla traversa a Francia ’98 ed è amico intimo di Papa Bergoglio, anche se il Pontefice è argentino e lui è brasiliano. Dopo la nomina, Papa Francesco, forse non lo sapete, la prima chiamata la fece a Prandelli e gli disse: «Nel complesso, come nazionale, ho visto la finale di Euro 2012 e fate un po’ schifo, però siete pronti per la Clericus Cup. Richiama Thiago Motta mentre io avviso Bertone di riempire le boracce con l’acqua santa. Ah, dì a Buffon che se lo vedo tirare giù mezzo paradiso di nuovo lo scomunico a vita, così lui e la Seredova la comunione la prossima volta se la vanno a fare in moschea».

ROSSI-NO – Ultimo appunto: siam tutti bravi a parlare di moralità, codici etici, convocazioni fatte nel pieno rispetto dello spirito della Santa Sede ed amicizia tra i popoli. Quando però io vedo Balotelli in Nazionale ed un ragazzo che, dopo essersi rotto il ginocchio ed aver passato un anno e mezzo della sua vita a chiedersi se sarebbe tornato quello di un tempo impegnandosi come un matto per farsi trovare pronto, fuori dal giro, allora capisco che non cambiare idea sarà anche un po’ da fessi, ma cambiarla troppo spesso a seconda delle circostanze, è decisamente da scorretti.