2013
Italia, Prandelli: «Abbiamo cambiato tanto, in Brasile…»
ITALIA PRANDELLI MONDIALE TOTTI DEL PIERO INSIGNE VERRATTI – Sempre nel corso dell’intervista rilasciata per il Corriere dello Sport, Cesare Prandelli ha parlato delle chances dell’Italia, in vista del Mondiale brasiliano del prossimo anno. Il commissario tecnico azzurro ha parlato dei tanti cambiamenti fatti alla rosa degli azzurri, anche se restano aperte le porte per alcuni clamorosi ritorni, come quelli di Francesco Totti e di Alessandro Del Piero: «Abbiamo fatto grandi cambiamenti, ma dobbiamo ricordare che giochiamo per ottenere dei risultati. Per questo quando mi chiedono di Totti o di Del Piero o Di Natale ripeto che la porta resta aperta per loro. Li seguiamo sul serio, non è un modo di dire. In Brasile serviranno 23 atleti, certamente, ma anche i migliori, non necessariamente under 25. I giovani bravi ci sono ma devono fare un salto di qualità se vogliono arrivare oltre certi senatori ancora capaci di grande rendimento.»
VERRATTI E INSIGNE – Secondo Prandelli, un paio di giovani come Lorenzo Insigne e Marco Verratti potranno dire la loro anche in Nazionale, durante questa stagione, ma senza fretta: «Insigne? Sì, contro l’Argentina ha dimostrato di avere la personalità giusta. E quando parlo di salto di qualità mi riferisco a questo: anche al saper rischiare. Verratti invece…Calma. Ha pagato un fatto noto, da noi: ci si innamora delle novità, ma dopo 15 partite gli occhi con cui si guarda un giovane sono diversi. All’inizio va bene tutto poi si diventa esigenti.»
ROSSI E DE ROSSI – Chiusura dedicata ad altri due attesi protagonisti della campagna dell’Italia verso il Mondiale brasiliano, ovvero un Giuseppe Rossi in netta ripresa fisica, e un Daniele De Rossi che fa della duttilità il suo valore in più: «De Rossi centrale difensivo? Sono situazioni da provare, e lo devi fare in una partita vera. Con l’addestramento giusto può diventare uno dei difensori centrali più forti d’Europa. Mascherano il salto l’ha fatto così, ma ci vuole tempo. Giuseppe Rossi? Mi ha fatto piacere vederlo in campo contro il Grasshoppers. Lo aspetto. Del resto non dimentico che Rossi-Cassano sono stati i titolari del mio primo biennio. La chiamavano la banda Bassotti ma quei Bassotti ci hanno portato all’Europeo.»