Verona, Setti: «Fiducioso per accoglienza a Balotelli» - Calcio News 24
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2013

Verona, Setti: «Fiducioso per accoglienza a Balotelli»

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balotelli mario away milan (azione) 2013 ifa

VERONA SETTI MILAN BALOTELLI – Maurizio Setti crede che non ci saranno problemi di ordine pubblico, oggi allo stadio ‘Bentegodi’, dove il suo Verona aprirà il campionato di ritorno in Serie A affrontando il Milan, tra le cui fila milita il chiacchieratissimo Mario Balotelli. Secondo il presidente degli scaligeri, intervistato dai colleghi della Gazzetta dello Sport, l’attaccante rossonero non sarà oggetto di attacchi a sfondo razzista, nè prima nè durante la partita: «Sono fiducioso, ottimista. E’ l’occasione per dimostrare a tutti che i nostri tifosi sono cambiati. Ho notato grossi miglioramenti. Abbiamo ingaggiato Donsah, ragazzo di colore, ghanese, e il giocatore è stato accettato: nessun problema per lui, né agli allenamenti né in città o allo stadio. Quando sono arrivato pagavamo 150 mila euro di multe a stagione: siamo scesi a 20 mila. La penso come Tosi su Balotelli? No, Tosi ha rilasciato comprensibili dichiarazioni da sindaco. Per me Balotelli è un ragazzo di 23 anni e, come tutti i ventenni, se gli tocchi certe corde reagisce in un certo modo. Se l’avessi qui davanti a me, gli direi: “Gioca la tua partita al meglio delle tue energie e delle tue qualità, non curarti di altro”. Balotelli vorrei averlo al Verona. I veronesi sono razzisti? Ma no, il razzismo vero è un’altra cosa. Ci sono quelli che fanno buh per attirare l’attenzione, perché sanno che così vanno sui giornali e in tv. E ci sono quelli che si accodano, perché “se lo fanno gli altri lo faccio anch’io”. Parliamo di poche decine di persone. Qualcosa però non torna. I buh vengono puniti e va bene, ma perché nessuno dice niente quando in trasferta per 90 minuti urlano “devi morire” al nostro allenatore Mandorlini o se a Livorno intonano canti a favore delle foibe? Tre dei “daspati” a Livorno per i cori contro il povero Morosini non avevano il biglietto: perché sono entrati? Tutti devono fare il proprio dovere, non soltanto le società. Dobbiamo guardare all’Inghilterra: lì se invadi in campo finisci in carcere. Certezza della pena.»