2012
Pescara, Perin: “Mi fido di Stroppa”
PESCARA PERIN – Mattia Perin fa capire di non essere ancora abbattuto, dopo aver subito sei reti nelle prime due giornate di campionato ed essere uscito dal campo sempre battuto. Ai microfoni del Corriere dello Sport, il giovane portiere del Pescara crede che la formazione abruzzese possa ancora risollevarsi per raggiungere l’obiettivo della salvezza: “Se sogno uno 0-0 dopo le due sconfitte? Ma no, e poi in mezzo a queste c’è anche Italia-Liechtenstein che è finita 7-0. Vinta, eh. Restando al Pescara, a me basterebbe fare anche un solo gol più degli altri, anche a costo di prenderne tanti. L’utilizzo di Balzano nel tridente? Se il mister ha intravisto in un terzino le qualità per giocare esterno d’attacco significa che può farlo. Non sta a me giudicare. Non è solo questione di carattere, io faccio autocritica perché mi mettono in porta per parare e se non ci riesco è soprattutto colpa mia. E poi guardo al futuro, non mi giro indietro a recriminare su quello che poteva essere, ma penso a fare meglio la prossima volta. Sfida ostica contro la Sampdoria? Molto, una squadra che già l’anno scorso era la più forte in serie B, dopo il Pescara ovviamente. La Samp ha mantenuto una solida intelaiatura arricchendola con elementi importanti. Conosco anche Ferrara, mi ha convocato nella Nazionale Under 21, è un bravo tecnico che ci sa fare con i giovani. Cura molto i dettagli, non a caso dovremo stare ben attenti ai calci piazzati. Sarà una partita molto combattuta, l’essenziale per noi è cominciare a portare a casa i primi punti. Per me è un derby? Ne ho disputati parecchi con la Primavera ed effettivamente lì è una partita particolare, non capita tutti i giorni che ad assistere a un incontro tra squadre giovanili accorrano 3, 4mila persone. Confesso che sento molto questo appuntamento, è un quasi derby. Al Genoa devo tanto perché mi ha fatto crescere come giocatore e come persona. Se oggi sono qui lo devo a quel club. Io erede di Buffon? Non ci casco, questa storia del predestinato non m’incanta. L’etichetta di erede di Buffon è stata già affibbiata a tanti, forse troppi. La verità è che di portieri bravi della mia generazione ce ne sono in quantità industriale, vedi Leali, Bardi, Seculin, Colombi e via discorrendo, quindi io non ci penso neanche. Ora sono solo concentrato a lavorare con il 100 per 100 di intensità per correggere gli errori e migliorare quello che faccio già bene.“