Torino, Cois: "Inter? Ventura inventati qualcosa" - Calcio News 24
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2012

Torino, Cois: “Inter? Ventura inventati qualcosa”

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TORINO INTER COISSandro Cois ne ha vissute di sfide importanti con la maglia granata, che ha indossato dall’89 al ’94. L’ex centrocampista del Torino, contattato da Tuttosport, ha rilasciato un’intervista al quotidiano torinese in vista della sfida dei granata contro l’Inter.

Una data: 27 febbraio 1994. Una partita: Torino-Inter 2-0, un ricordo indelebile per chi ha vissuto quellevento da protagonista, vero Sandro Cois?
«Sì. Feci pure gol, il secondo. Il primo lo realizzò Poggi. Anche allora battere l’Inter era quasi il massimo. Vittoria importante per noi e per me una gioia incredibile. La terza, la più importante, di una settimana fantastica. Già perché la domenica prima avevo segnato al Genoa, il mercoledì ero andato a bersaglio con l’Under 21 contro la Scozia e come coronamento di 7 giorni da campione la rete ai nerazzurri. E poi segnare a Zenga, un mito, il portiere della Nazionale, mi ha regalato una soddisfazione in più. Ero giovane allora, non avevo neanche 22 anni, e anche per questo mi sono rimasti ricordi indelebili».

Il Toro di allora era una realtà di grande livello nel panorama calcistico italiano.
«E anche europeo. Possiamo dire tranquillamente che il mio fu l’ultimo grande Toro, purtroppo. Ricordo che in quel periodo disputammo pure una finale di Coppa Uefa, il gruppo era composto da giocatori importanti e avevamo in panchina Emiliano Mondonico. Nel 1992-93 vincemmo pure la Coppa Italia superando la Roma nella doppia finale. Insomma, quello era un Toro che sapeva vincere».

Bei tempi, quelli, vissuti da protagonista.
«Rispetto a ora c’era più equilibrio tra le squadre. L’Inter era un avversario temibile, certo, ma pure il Toro… Per noi la partita più importante era il derby. Che goduria aver eliminato la Juve in semifinale di Coppa Italia… Ecco, fu questa l’impresa che mi gratificò di più. Peraltro poi, come detto, il trofeo ce lo aggiudicammo».

Cinque anni nel Toro, forse i più belli della carriera di Cois.
«Sicuramente. In granata ho provato le emozioni più grandi. Praticamente allora vivevo al Filadelfia, dalla mattina alla sera. La mattina mi allenavo con la Primavera, nel pomeriggio con la prima squadra. Ero sempre lì tranne che per mangiare e dormire. L’anno scorso ho fatto una capatina a Torino e naturalmente sono andato in visita al Tempio. Vederlo nelle condizioni in cui si trova adesso mi ha scosso, mi veniva da piangere. Bisogna che le autorità competenti si decidano a restaurarlo, può diventare una risorsa per la società granata e per tutta la città. Poi ho visitato il Museo e sono stato in una stanza dove cerano pezzi dell’aereo che si schiantò a Superga oltre ad altri cimeli. Brividi, pelle d’oca, sensazioni intense ecco cosa ho provato nel mio breve incontro. E’ stata una fortuna, per me, vestire questi colori».

Cois, nostalgia del calcio?
«Finora poca. In questo momento non ne sento il bisogno. Se poi deciderò di provare a fare l’allenatore proverò a prendere il patentino di allenatore a Coverciano. Chissà, mai dire mai…».

Lei segue il Torino? Domenica è in programma la sfida tra i granata e i nerazzurri all’Olimpico.
«Certo che seguo le vicende granata. Fortunatamente questanno il Toro è ritornato in serie A e spero che ci resti a lungo. Mi piace tantissimo lallenatore, Giampiero Ventura, ha dato una fisionomia ben precisa a questa squadra. I granata giocano bene, si vede che hanno delle idee. Piuttosto mi sarei aspettato molto di più in fase di mercato».

Cioè?
«Non so se l’attuale organico sia completo. Mi sembra che un paio di innesti di qualità avrebbero aumentato le potenzialità del gruppo. Soprattutto mi sarei mosso sul settore offensivo e avrei preso un attaccante in grado di garantire almeno 10-15 gol. Sì, direi che la campagna acquisti è incompleta. Magari la società interverrà a gennaio con qualche acquisto mirato».

Sfida improba contro l’Inter di Milito e Cassano…
«In effetti l’Inter è favorita, basta scorrere i nomi che vanta in rosa. La disparità dei valori in campo è evidente. Non è come quando giocavo io che spesso e volentieri era il Toro, giustamente, a godere dei favori del pronostico. Adesso è tuttaltra storia determinata dai tempi e dallenorme divario, sotto l’aspetto economico, tra i grandi club e gli altri».

E allora?
«Forza e coraggio. Mi aspetto che questo Toro giochi da… Toro. Cuore, impegno massimale e grande applicazione ecco le armi a disposizione dei granata per arginare la forza dell’avversario e magari provare a fare male. Lottare su ogni palla e non concedere spazi agli avversari, in questo modo si può indirizzare lesito di una partita. Gli stimoli vengono da soli in questo tipo di competizione. E mi aspetto anche che Ventura s’inventi qualcosa. Lui sa leggere le gare. Prevedo un incontro intenso, combattuto e mi auguro che il Toro non commetta errori e resti concentrato fino al 95. E magari festeggi subito dopo».