2012
Di Canio: “Con Delio tutta la vita. Conte, non è storico. Lucho…”
Paolo Di Canio, ex calciatore della Lazio, ora allenatore dello Swindon Town, club appena promosso in League One, ha parlato nel corso del programma “XXL”, in onda su “Mediaset Premium”.
In merito alla sua carriera in Inghiltera: “Non solo siamo campioni della nostra categoria, ma abbiamo battuto nelle coppe il Wigan, l’Huddersfield, il Brighton ed il Southampton. A fine campionato abbiamo avuto una differenza reti di +43. Sono contento, i ragazzi mi hanno seguito e sono felice perché dopo non abbiamo vinto, abbiamo stra-vinto”.
Per quanto riguarda la situazione del calcio italiano: “Non mi sono mai illuso che potesse cambiare tutto, anzi, è peggiorato. Uno dovrebbe domandarsi di chi è colpa: dei tifosi? Non credo. Dei giocatori? Se si vendono le partite certamente. Gli organi competenti dovrebbero far rispettare le norme e le leggi. Quando un organo fallisce, si deve dimettere o venire escluso, invece sono sempre le stesse persone che conducono”.
Sul diverbio Rossi-Ljajic: “Io so alcune cose che sono successe, al di là dei dietrofront dei giocatori. Tutta la vita con Delio Rossi. Sa di essersi squalificato con quella scenata, e forse gli direi che ha esagerato, ma questi ragazzini devono smetterla di fare in questa maniera. Si tratta di un ragazzino di 19-20 anni che in tre anni non ha fatto niente”.
Per quanto riguarda il fallimento di Luis Enrique: “Fallimento di chi lo ha scelto. Lui ha un’idea di calcio e se si parlava di progetto, questo doveva continuare. Sabatini e Baldini sono bravissimi dirigenti, con la loro esperienza internazionale si sono comunque arresi non alla tifoseria, ma alla comunicazione, che a Roma è tremenda”.
Infine, sullo scudetto della Juventus ed i meriti di Conte: “Conte ha grande carisma, grande carattere. Ha una forte autostima e riesce a trasmettere le sue convinzioni ai giocatori. Da qui a dire che ha fatto qualcosa di storico ce ne passa. Ha fatto un ottimo risultato, un grande risultato, ma non unico. Ricordiamo che comunque non hanno avuto da giocare le Coppe e, dunque, non hanno avuto quel dispendio psico-fisico richiesto da queste competizioni”.