2012
Juventus, Chiellini: “Il duello è con noi stessi”
Giorgio Chiellini è stato intervistato da ‘Libero’. Il difensore bianconero parla della gara contro il Cesena -sul sintetico poco gradito dal giocatore- e della sfida scudetto tra Juve e Milan:
Giorgio, a Cesena avete impiegato sino a 11’ dalla fine per evitare di restare con un solo punto sul Milan…
«C’è stato grande cuore, emerso anche in extremis, sotto forma di cross e angoli. Sarebbe stato importante trovare il gol nella prima mezz’ora, avevamo creato tanto. Fosse entrato il rigore, la partita sarebbe cambiata. Quando subentra la stanchezza, per gli avversari diventa anche più facile difendersi».
Ha mai temuto di non farcela?
«Siamo stati bravi amantenere la calma, attimi di frenesia sono comprensibili. Abbiamo evitato le ripartenze, in queste partite rischi pure di essere beffato, martedì sera avevamo visto il Barcellona… Attacchi all’infinito ma basta un attimo di distrazione per essere infilati».
Era la prima volta della Juve sull’erba sintetica, domani il bis nel derby di Novara.
«Preferisco l’erba naturale, ma meglio così, su un terreno più veloce, che fa scorrere bene la palla, piuttosto che i terreni pesanti incontrati spesso in inverno. L’ideale è proprio il misto del Manuzzi, sintetico impuro».
Domani a Novara, poi il Lecce a Torino, la trasferta di Trieste con il Cagliari e la chiusura con l’Atalanta.
«Dipende solo da noi, il duello è con noi stessi, sappiamo che è difficilissimo, perchè in ogni turno affrontiamo squadre che danno il massimo per battere la capolista, però abbiamo in mano il nostro futuro».
Per arrivare al 19° scudetto, al Milan serve che la Juve non vinca due partite. Qual è la più difficile?
«Sempre la prima che viene, non solo perchè il Novara ha battuto la Lazio. Da un mese ripeto che le gare più complicate per noi sono con le ultime della classe, a Cesena e al Piola: per i campi, la situazione ambientale, squadre che in una stagione negativa vogliono risollevarsi battendo la Juve, riportando il sorriso in piccole realtà. La prima è andata bene, i romagnoli venivano da 5 risultati utili, non sono brocchi, il quart’ultimo turno sarà più complicato ancora».
Il gol di Borriello è la soddisfazione al singolo meno protagonista.
«Qualche critica dai tifosi arrivava, si era sentita anche domenica con la Roma: Marco respira questi dubbi, mancava solo la soddisfazione per Borriello, in un periodo in cui viene beccato. Un gol così importante rende felici tutti, tantopiù partendo dalla panchina: era successo a Matri, Quagliarella e Del Piero, come gruppo siamo partecipi dei sentimenti di ciascuno; ricordo quando Fabio segnò le prime reti. E poi ora come ora andrebbe bene anche un gol di Buffon».
Le 7 vittorie consecutive certificano lo stato di forma superiore ai rossoneri non solo per tre punti.
«Ricordo come venivano etichettate le gare con Napoli, Lazio e Roma, con 3, 4, anche 5 stellette: le grandi avversarie non ci spaventano, con l’entusiasmo immagazzinato. Per battere squadre di livello medio, se non si segna subito, serve un calcio piazzato, una mischia come a Palermo. L’abilità sta nel mettere in campo sempre aggressività».
A questo punto vi può tradire solo la pressione enorme?
«La carica dentro lo spogliatoio scaccia via tutte le tensioni. Non dipendere dai risultati altrui rende tutto più bello e ci fortifica. L’entusiasmo si respira, nell’ambiente, anche nelle gare più complicate il timore di non farcela non c’è mai. Portiamo avanti le nostre certezze e con pazienza il gol arriva».