La scelta del City: addio centravanti e tre ceffoni a Mourinho - Calcio News 24
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2015

La scelta del City: addio centravanti e tre ceffoni a Mourinho

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E’ il primo scontro diretto di Premier League: il Manchester City umilia i campioni in carica del Chelsea e si iscrive alla successione

Un anno si ed uno no. Da quando il Manchester City è tornato sul tetto della Premier League lo ha fatto alternando una stagione di successi ad una di insuccessi: ha vinto il campionato inglese nell’anno 2011-12 e si è fermato nel 2012-13, ha rivinto nel 2013-14 per poi sedersi nuovamente nell’annata 2014-15. Tocca nuovamente agli uomini di Pellegrini salire al cielo d’Inghilterra?

PRIMI INCORAGGIANTI SEGNALI – Ad ambire al titolo con maggiore credibilità rispetto alla avversarie, seppur siamo di fronte ad un torneo dalla spiccata competitività e dunque foriero di eventuali sorprese, restano le solite quattro: Manchester City e Chelsea su tutte, poi il Manchester United in piena rifondazione ed il solito Arsenal a cui manca una carta per fare punto. Siamo soltanto alla seconda giornata di campionato ma è già arrivato il primo intensissimo scontro diretto tra le pretendenti: all’Etihad Stadium sono arrivati i campioni in carica del Chelsea ma risultato e prestazione hanno relegato gli uomini di Mourinho al ruolo della vittima sacrificale. Pessima l’interpretazione della gara, quando si è scelto di cambiare lo spartito le cose non hanno girato per il verso giusto e ne hanno approfittato capitan Kompany e Fernandinho per dare forza alla prima meravigliosa rete di Aguero e sancire il definitivo 3-0 (passivo reso meno sconcertante da un super Begovic, che lusso da secondo portiere!).

FAVORITI? – Siamo evidentemente nel campo dei segnali, sarebbe sciocco dibattere di altro, ma ai Citizens sembra davvero non mancare nulla: l’imminente approdo di Otamendi – 40 milioni di euro al Valencia – va tremendamente a rinforzare un pacchetto difensivo già reso solido dalle prestazioni di Kompany, Zabaleta (ieri in campo Sagna) e Kolarov su tutti. Il pezzo forte è la mediana: confermato in blocco quel terzetto – Yaya Touré, Fernandinho e Fernando – che può garantire simultaneamente quantità e qualità e che pare essere il reale tratto distintivo del Manchester City rispetto alla concorrenza. Forza fisica e lucidità nell’impostazione, soluzioni dalla distanza che rendono a tratti illeggibili le mosse della mediana di Pellegrini. Il resto lo fa un attacco mai così rapido come oggi: ai soliti piccoletti terribili – Aguero, Silva, Jesus Navas e Nasri – si è aggiunto l’acquisto record della Premier League Raheem Sterling. La scelta è stata nettamente compiuta: si punta tutto sull’estemporaneità, sulla velocità d’esecuzione, ceduti poco a malincuore attori più statici del calibro di Dzeko e Jovetic (entrambi in Serie A, si va più piano da noi?), l’unica alternativa di peso rimasta a disposizione di Pellegrini è l’ottimo Bony. Ecco, volendo a tutti i costi rintracciare un difetto, probabilmente manca un riferimento offensivo all’altezza del valore dell’organico quando l’obiettivo – o la necessità – è quello di cambiare lo spartito tattico in corso d’opera.

TRE SCHIAFFI A MOU – E’ una partenza stagionale da incubo quella toccata al tecnico portoghese: Jose Mourinho ha perso la Community Shield in favore del rivale di sempre Arsene Wenger – prima vittoria in tal senso del tecnico francese dopo un’infinità (13 per l’esattezza) di vani tentativi – ed ha ottenuto un solo punto dalle sue prime uscite in Premier League. Si è rotto il giocattolo? Anche in questo caso sarebbe oggettivamente ridicolo lanciarsi in sentenze tanto complesse. Quel che invece appare certo è la necessità che Mourinho ha di pungere l’orgoglio dei suoi ed avviarli sulla complessa strada della difesa del titolo appena conseguito. Trionfare consecutivamente in Inghilterra è per default opera complessa: accade raramente di assistere ad assoli in stile Juventus o Bayern Monaco. Il livello della contesa è talmente alto – alle radici ci sono introiti dai diritti tv pazzeschi se paragonati al resto d’Europa – da scongiurare ogni ipotesi comoda: si vince solo quando gergalmente si gioca col sangue agli occhi. Concorrenza agguerrita che, come accaduto nell’ultima annata europea, spiega alle volte la difficoltà dei club inglesi nel centrare i passi finali di Champions ed Europa League. Lì dove, nella stagione appena terminata, non si è riscontrata presenza di alcuna squadra di Premier già nei quarti di finale delle due competizioni internazionali. Tanto da lavorare dunque per lo Special One: un avvio del genere neanche nel peggiore degli incubi.