2015
Quando perde Ferrero non funziona
La Sampdoria incassa quattro clamorosi schiaffi dal Vojvodina ed è praticamente fuori dallEuropa League: lanalisi
La Sampdoria esce con le ossa rotte dal terzo turno preliminare dell’Europa League 2015-16: all’Olimpico di Torino il Vojvodina si è imposto con un folle 0-4 che di fatto chiude i giochi qualificazione ed estromette gli uomini di Zenga dalla competizione internazionale. Sarà così a meno di miracoli in quel di Novi Sad la prossima settimana: è clamorosamente già tempo di bilanci in casa Samp.
GIU’ LE MANI DA FERRERO – Ce lo siamo goduti per un anno Massimo Ferrero, incollati ai post-partita della Sampdoria come in attesa della principale attrazione della serata, i suoi balletti, la sua esuberanza e quelle parole mai misurate vissute come il necessario tocco di leggerezza in un tempo presente che forse più dei recenti richiede alle volte di staccare la spina. Una ventata di freschezza ritenuta benedetta: inizialmente spiazzati dall’avvento di un personaggio neanche definibile sopra le righe per quanto complessivamente non aggettivabile, superato lo shock iniziale a davvero pochi è risultato antipatico o indigeribile. La massa si è schierata dalla sua parte: di calcio non ne capisce nulla? Poco importa finché le cose vanno bene. I tifosi della Sampdoria nella passata stagione si sono goduti una squadra protagonista al netto del calo finale, tutti gli altri Massimo Ferrero.
LA BATOSTA – A Ferrero, lo ha candidamente affermato in prima persona ai microfoni di Sky, delle interviste istituzionali non importa nulla: di Moisander, Barreto e Fernando in arrivo, di chi parte e di chi potrebbe ancora approdare in blucerchiato. Nulla. E gli crediamo in pieno: non abbiamo argomenti per smentirlo. Tutto questo però può diventare un problema quando le cose non girano per il verso giusto e se vogliamo ieri è stata scritta la prima pagina nera dal suo avvento al timone della Sampdoria: squadra presa a calci dalla quarta classificata nella Superliga serba e addio Europa prima che la stessa inizi. E questo scenario non era stato minimamente immaginato dai supporter blucerchiati e nel complesso da chi ha a cuore le vicende di questa squadra: la forte contestazione giustamente non si è lasciata attendere ed ora no, il Ferrero sopra le righe non funziona. Ci si attenderebbe sobrietà davanti alle telecamere eppure è il solito Ferrero: del resto è impossibile chiedere a qualcuno qualcosa che non ha. Tutto giusto, ma non funziona.
IL FUTURO – Squadra completa, tra le poche in Serie A ad oggi, non abbiamo avuto paura di raccontarvelo nel recente passato: con Moisander ai box non ha funzionato l’arretramento di Palombo sulla linea difensiva al fianco di Silvestre ma non può bastare – nulla può – a giustificare la debacle. Errata la scelta riguardante l’allenatore? Probabilmente sì, certamente rischiosa. Troppo, non ce n’era il bisogno considerando i tanti allenatori italiani più strutturati ed attualmente in cerca di collocazione. Donadoni e Prandelli solo per citare due nomi assolutamente accessibili per le casse blucerchiate. Il presidente Ferrero ha detto di voler attendere l’esito della sfida di ritorno per decidere le sorti di Zenga: ad eccezione di miracoli ci si ritroverà di fronte ad una cocente eliminazione che inciderà non poco sulla grande rimonta in atto del movimento calcistico italiano in termini di ranking Uefa e dunque in merito alla tanto agognata riconquista del quarto posto Champions. Tutti i risultati delle italiane andranno divisi per le sei squadre qualificate alle coppe europee, una delle quali non porterà più alcun punto alla causa nazionale. No, non ci voleva proprio.