2015
Julian Draxler, il predestinato
Linteresse della Juventus ha fatto rimbalzare il suo nome sulle prime pagine italiane: la storia di Julian Draxler
La stagione che Julian Draxler disputa nel 2012-13 di normale non ha davvero nulla: il fenomeno di Gladbeck ha allora appena compiuto diciannove anni ma già da due non è più tempo di giovanili. Troppo oltre per giocare con i bambini, per umiliare i coetanei. Draxler neanche ventenne ha la numero 10 dello Schalke 04 sulle spalle ed incanta la Germania con un talento sconfinato.
ASTRO NASCENTE – Julian Draxler in quella stagione segna ben 13 volte, regala assist a grappoli ed è assolutamente inarrestabile: non lo si prende, a malapena lo si vede. Tecnica di base ai massimi livelli raggiungibili, fattore che abbinato ad un’ottima velocità di esecuzione lo rende profilo illeggibile: può giocare ovunque – nel mezzo come sulle corsie – senza che il rendimento subisca alterazioni, con Mario Gotze ed appena dopo Marco Reus e Mesut Ozil è l’emblema del calcio tedesco che si rigenera secondo canoni parzialmente inediti per un movimento che si è essenzialmente basato sulla dominanza fisico-atletica. Non a caso arriverà il Mondiale, non a caso in Brasile. Per il gioiello della Renania è allora impossibile delimitare un percorso di crescita: la traiettoria porta dritto alle massime vette, siamo al cospetto di un predestinato.
IL MOTORE S’INCEPPA – E’ tutto troppo bello per essere vero: del resto a quell’età giocano titolari e fanno la differenza soltanto quelli alla Messi. E dunque Messi e forse un altro paio. La stella tedesca si consacra nella seguente Champions League (dove peraltro segna 4 gol e convince i top club mondiali a puntare senza indugio sul suo prospetto) ma è proprio la stagione 2013-14 a lanciare i primi indesiderati avvertimenti: i muscoli iniziano a fare le bizze ed ecco puntuali le prime discontinuità. Diminuisce il numero di presenze complessive e di conseguenza il suo rendimento, il morale di Draxler non è lo stesso e le nubi si addensano in tutta la loro potenza nell’annata appena conclusa, il tendine fa crac e il fenomeno tedesco passa di fatto una stagione sul divano. Invece di crescere e confermarsi retrocede sotto i colpi di un fisico che non ne sorregge le infinite ambizioni.
FUTURO – E dunque: ora che si fa? Draxler ritorna tra i normali o c’è ancora margine per recuperarlo nella ristrettissima cerchia degli alieni? Sono quesiti che oggi nessuno può risolvere con ragionevole certezza: nel calcio moderno le idee seppur geniali non bastano più quando non sostenute da un impianto fisico ed atletico che consenta di tenere il passo degli avversari. Lo Schalke lo attende senza fretta o apprensioni: lui è il gioiellino cresciuto in casa, coccolato senza condizioni. Può prendersi il tempo che vuole, tanto tornerà. E se non lo farà pazienza, non si scaricano i figli. L’alternativa è la soluzione esterna: arriva una dirigenza, paga salatamente il club tedesco (magari con formule che mettano a riparo da eventuali noie fisiche, trattativa evidentemente complessa) e su cifre minori di quanto fosse lecito immaginare fino ad appena un’estate fa si porta a casa un potenziale alieno. Purtroppo oggi non sta a noi togliere i condizionali. Ah, lo cerca la Juventus?