2016
Avellino, ora sono 6 le partite a “rischio”
E Izzo avrebbe intrattenuto rapporti diretti con il clan
La Procura di Napoli ha consegnato a Stefano Palazzi le carte dell’inchiesta sull’intreccio tra calcio e camorra che ha portato ad alcune combine in Serie B: il procuratore federale, dunque, le analizzerà e poi procederà con gli interrogatori ed eventuali deferimenti. Finora sono emerse responsabilità di singoli giocatori, non di società, ma è ancora presto per trarre delle conclusioni.
NEL MIRINO – E, infatti, sono salite a sei le partite dell’Avellino a “rischio”: il clan Vanella Grassi avrebbe ottenuto ingenti guadagni sulle scommesse di Modena-Avellino, Avellino-Reggina, Avellino-Trapani, Padova-Avellino, Cesena-Avellino e Avellino-Spezia. Ora i pm ipotizzano un allargamento della corruzione al di là delle partite truccate. Nell’ordinanza è stato disegnato anche il ruolo di Armando Izzo, ex difensore dell’Avellino ora al Genoa: non ci sono aspetti penalmente rilevanti, ma Izzo avrebbe intrattenuto rapporti diretti con soggetti di spicco del sodalizio, come Giuseppe Corcione, il “cassiere” del clan.
UNA GRANDE MACCHIA – Nel frattempo la Procura indaga anche sulla FIGC campana: irregolarità di gestione, anomalie contabili, prelievi illeciti, ammanchi, verbali spariti e lauti stipendi. Il pm Giancarlo Novelli presto tirerà le somme sui tre anni di presidenza di Salvatore Colonna e su quelli successivi di Vincenzo Pastore. Sta facendo luce anche il nuovo commissario straordinario Cosimo Sibilla, non senza ostacoli: lettere anonime, minacce, tentativi di aggressioni e il ricorso ad una guardia giurata per proteggere chi sta cercando di sistemare i conti.