Brasile 2014, nella terra di mezzo: le outsider - Calcio News 24
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Brasile 2014, nella terra di mezzo: le outsider

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Dopo le prime otto, ecco le alternative

BRASILE2014 MONDIALI OUTSIDER – Già ampiamente dettagliata la griglia di partenza del tanto atteso Mondiale brasiliano, è opportuno approfondire il capitolo delle potenziali alternative: quelle realtà dunque che, seppur a bocce ferme in seconda linea, potrebbero scompigliare i piani delle grandi potenze internazionali. Non troverete Belgio, Colombia, Svizzera e Portogallo perché inserite nella top eight di Brasile 2014.

URUGUAY – E’ stato complesso lasciar fuori dalle primissime una nazionale che può vantare una coppia gol atomica del calibro di Suarez-Cavani. Le ragioni: A) il fenomeno del Liverpool, reduce da un intervento al menisco, non sembra essere al massimo della sua devastante condizione psicofisica ammirata nell’ultima stagione; B) la difficoltà di un gruppo – ribattezzato il girone di ferro – in cui giocoforza una tra Inghilterra, Italia ed appunto Uruguay dovrà anticipatamente abbandonare la competizione; C) una squadra spaccata in due tronconi: difesa forte, attacco fortissimo ma mancano qualità ed idee nel mezzo.

INGHILTERRA – Ecco l’altra delle tre: non solo per patriottismo si è scelto di inserire l’Italia tra le prime otto e non le sue dirette ed immediate concorrenti. La nazionale di Hodgson, seppur possa fondare le sue velleità su interpreti del calibro di Rooney, Gerrard, Wilshere, Sterling, Chamberlain, Lampard e via discorrendo, dà la netta sensazione di essere nel pieno di un processo di rinnovamento non ancora definito. Il resto è storia nota: Oltremanica si gioca troppo – due coppe nazionali ed entrambe particolarmente sentite a differenza di altri Paesi – e ad un’intensità folle, si va sempre al massimo e a tappe ravvicinate. Pena perdita di lucidità negli ultimi mesi della stagione: vedi risultati scarsi nelle Coppe o difficoltà ad imporsi a livello di nazionale.

FRANCIA – La perdita di Franck Ribery sottrae talento ed imprevedibilità ad una squadra che a dirla tutta già non abbondava in tal senso. Stelle della Francia dunque restano Paul Pogba e Karim Benzema, attorniati da una serie di buoni giocatori ancora lontani però dall’eccellenza. Transalpini che sembrano essere nella nota via di mezzo, spetta al commissario tecnico Didier Deschamps esaltare magari il Griezmann di turno per compensare quel quid mancante e necessario per imporsi a determinati livelli.

RUSSIA – Desta parecchia curiosità considerando la sua guida tecnica: Fabio Capello vuole ritagliarsi l’ultima – o meglio la penultima, difficile pensare che non resterà alla guida della Russia in vista del Mondiale casalingo nel 2018 – grande soddisfazione della sua lunga e vincente carriera. E’ una sfida intrigante che passa da alcune certezze – i vari Akinfeev, Denisov, Dzagoev, Kerzhakov – e da potenziali scommesse vincenti, su tutte quella legata al nome di Alexander Kokorin, attaccante classe 1991 che dopo aver messo in luce il suo talento con la maglia della Dinamo Mosca vuole confermarsi in nazionale.

OLANDA – E’ una nazionale molto giovane che ha di fatto chiuso con il passato dopo il contrastante andamento degli ultimi anni (finale Mondiale nel 2010 e mancata qualificazione due anni dopo ad Euro 2012) e presentato una serie di novità tutte da valutare. Difficile ipotizzare un’immediata consacrazione a meno che i soliti Robben, Sneijder e Van Persie non decidano di fare sul serio. Ad ogni modo gli uomini di Van Gaal – sì, proprio lui – partono dalle retrovie.

LE AFRICANE – Sono cinque: Algeria, Camerun, Costa D’Avorio, Ghana e Nigeria. Ben quattro italiani – Ghoulam, Mesbah, Yabda e Taider – nell’Algeria di Halilhodzic che almeno sulla carta non sembra tanto competitiva da poter dettare voce grossa. Più strutturato il Camerun di Eto’o, Song, Mbia, Nkoluou ed Assou Ekotto, la realtà più credibile del continente nero sembra essere la Costa D’Avorio: sull’asse Yaya Tourè-Drogba si muovono altri interpreti quali Zokora, Kalou, Gervinho e quel Bony che tanto bene ha fatto in Premier con la maglia dello Swansea City. Più indietro ma comunque da tenere d’occhio il Ghana di Boateng, Ayew, Gyan e dei nostri Asamoah, Essien, Muntari, Acquah e Badu, ed infine la Nigeria priva di nomi di spicco ed almeno nelle intenzioni iniziali accostabile più all’Algeria che a Costa D’Avorio in primis o Camerun e Ghana in seconda battuta.