Buffon si racconta nel suo libro “Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi”: «Ho avuto la fortuna di avere come capitani Del Piero, Conte e Maldini. Vi racconto un aneddoto»
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Buffon si racconta nel suo libro “Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi”: «Ho avuto la fortuna di avere come capitani Del Piero, Conte e Maldini. Vi racconto un aneddoto»

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Gianluigi Buffon si racconta nel suo nuovo libro: “Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi”. Le parole dell’ex numero uno e capitano della Juve

(inviato alle OGR di Torino) –L’ex portiere della Juve Gianluigi Buffon è stato ospite alle OGR Torino per presentare il suo ultimo libro, “Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi”Un’opera che va oltre il campo da gioco, rivelando le sfide personali e professionali che ha affrontato. Juventusnews24 ha seguito LIVE le sue parole.


LIBRO – «Il libro non è una cronistoria come tutti i libri. Tutti gli eventi cambiano la tua esistenza, la tua vita e la felicità. Ci sono molti aneddoti che pochi conoscono, perché ho preferito sempre non parlare troppo. È il motivo poi di determinate scelte, c’era un qualcosa che non si incastrava bene».

DA PARMA ALLA JUVE – «Io a 23 anni avevo la maturità di capire che non potevo scegliere da solo. Ho chiesto a mio papà e al mio agente di occuparsi di tutto loro. Mi arrivò poi un fax e con il primo ritaglio di Tuttosport dove diceva ‘ Abbiamo il numero 1’».

MIGLIOR PORTIERE DELLA STORIA – «Diciamo che non amo definirmi il miglior portiere della storia del calcio, sarebbe troppo presuntuoso e ho molto rispetto di tutti i miei colleghi. Insieme ad altri 3-4 abbiamo fatto qualcosa di clamoroso. Queste liti tra chi è il più forte non mi sono mai piaciute. Record di imbattibilità? Giocavo in una grandissima squadra e avevo grandi compagni in difesa, come Chiellini, ad esempio. (applausi ndr). Prima di superare lui, Barzagli e Bonucci arrivavano stanchi da me. Mi ricordo che con il Sassuolo avevamo rischiato il gol in qualche occasione e non ci eravamo accorti quasi del record. L’attenzione per noi era sulla partita e sulla vittoria e non sul resto».

MESSI – «Sì mi ha inorgoglito scambiare la maglia con lui, nella finale di Berlino e avevo 37 anni. Quando mi ha chiesto la maglia ho detto tra me e me’ Mamma mia come sei bello!’. Uno dei momenti in cui mi sono sentito non a disagio ma mi sono guardato con occhi diversi. Abbiamo fatto lo scambio con la sua maglia. A fine partita però avevamo altri problemi, non sapendo che qualche anno dopo avremmo avuto un’altra occasione in finale».

GESTIRE PRESSIONI  «Mi godevo il momento e facevo il possibile per far andare avanti il tutto il più possibile. Da vecchio gestisci meglio le passioni e vuoi la competizione. Quando sei ragazzo le pressioni ti condizionano e intimidiscono».

IDOLI E CAPITANI – «Ho sempre cercato di ispirarmi e imparare dalle persone che ho incontrato: dirigente, amico, compagno. Il bene e il male, che mi hanno insegnato anche come comportarmi e come reagire in altri momenti. Ho avuto la fortuna di avere come capitano Del Piero, Conte e Maldini. Capitani fantastici. Ah anche Chiellini! (ride, ndr). Ho avuto la fortuna di apprendere da grandi campioni e grandissimi uomini. Non puoi essere un grande campione senza essere un grande uomo».

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