Buon compleanno a… Anwar El-Ghazi
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Buon compleanno a… Anwar El-Ghazi

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Anwar El-Ghazi, fantasista del PSV, compie oggi 28 anni. Ripercorriamo insieme la sua carriera fin qui

Oggi Anwar El-Ghazi compie 28 anni. Il suo presente è più che soddisfacente. Domenica scorsa, nella finale di Coppa d’Olanda, si è trovato a calciare uno dei 5 rigori che doveva decretare il vincitore del trofeo. Il suo era il quarto ed era una situazione delicata per molti fattori: l’Ajax era in vantaggio di un tiro e il Psv, il club nel quale l’olandese di origine marocchina gioca da quest’anno, non era stato impeccabile fino a quel momento nel compito. In più, di fronte c’era Rulli, uno di quei portieri che per reattività ha il potere d’incutere una certa paura a chi si presenta dal dischetto. El-Ghazi si è mantenuto freddo. Ha aperto il suo destro, si è fatto intuire la direzione ma ci ha messo la forza necessaria affinché non venisse intercettata. Ripristinando così la parità, spezzata dal successivo errore di Alvarez e dalla realizzazione di Fabio Silva, che ha fatto impazzire di gioia la tifoseria di Eindhoven, che osservava da lontano, stipando la curva opposta.
Tra l’ultima soddisfazione e il resto della stagione trascorsa agli ordini di Ruud Van Nistelrooij c’è una certa coerenza. Intendiamoci, non è semplicissimo entrare nella formazione titolare del Psv che in attacco ha due posti su tre occupati da Luuk de Jong e Xavi Simons, salvo contrattempi. Ma quando El-Dhazi è riuscito a ritagliarsi spazio – solo 10 volte nella formazione di partenza nelle gare di Eredivisie – il segno della sua cifra tecnica è riuscito a fornirlo. Come ha fatto nel gol originato con un tiro al volo contro il Nijmegen.

Oppure nella rete che è valsa la conquista di un punto contro gli ormai prossimi campioni d’Olanda del Feyenoord. O, ancora e soprattutto, nella doppietta rifilata al Cambuur. Avversario tenero tenero, ma la fattura di una delle due reti è un vero e proprio manifesto della ricerca nel gioco del Psv, un’azione spettacolare con un doppio triangolo tra Fabio Silva e Simons che serve a El-Ghazi un pallone da mettere in porta con un sinistro rasoterra. Insomma, stiamo parlando di una riserva di lusso o comunque più che utile. Del resto, prima di tornare in Olanda, Anwar aveva fatto un discreto giro con la nomea di giocatore promettente. Iniziato proprio nell’Ajax, proseguito in Francia nel Lille e poi in Inghilterra, a Birmimgham con l’Aston Villa e a Liverpool con la maglia dell’Everton. Un tour che avrebbe potuto anche far tappa in Italia, soprattutto nel gennaio del 2016, quando si parlò ripetutamente di un suo approdo al Milan. Anche perché lo stesso Adriano Galliani, in quella sessione di mercato, aveva ammesso che il “gioiellino”, dal valore di 10 milioni, rientrava nella sfera d’interessi per recitare la parte che non stava riuscendo a interpretare Alessio Cerci: «El Ghazi? È un giocatore che mi piace molto, ma non abbiamo intavolato nessuna trattativa e non credo che la intavoleremo».

Il dibattito era così caldo da indurre un po’ tutti i soggetti interessati a intervenire. In primis, il direttore sportivo dell’Ajax, Marc Overmars, che chiuse l’ipotesi: «Il ragazzo non è in vendita e nessuna società si è fatta avanti in maniera concreta». Poi lo stesso giocatore, intervistato da RTL Late Night, chiuse la porta: «Non è il momento di andare via, ragionando logicamente questo non è il momento giusto per lasciare l’Ajax. Conosco me stesso e saprò quando sentirò di aver chiuso la mia esperienza con il campionato olandese di Eredivisie». E perfino Andy van der Meyde, che Milano l’aveva conosciuta da nerazzurro, gli aveva parlato in un programma tv nel quale era intento a dialogare in automobile. E non aveva usato mezzi termini su cosa pensasse a proposito del possibile trasferimento di club, Paese e campionato: «La Serie A e l’Italia non fanno per te, pure io ho sbagliato ad andare all’Inter, il calcio italiano è troppo tattico. Io non ero capace di difendere, ma li ero obbligato a farlo». Quel che non riuscì nel Milan diretto da Sinisa Mihajlovic, non avvenne neanche in quello di Vincenzo Montella.

E neanche ad altri, come la Lazio, a dimostrazione che El-Ghazi ha saputo mettersi in evidenza in diversi momenti della sua carriera. Chissà se ci saranno ulteriori abboccamenti tra l’Italia e un ventottenne che sa saltare l’uomo, anche se talvolta sembra un po’ prevedibile nelle sue scelte.